A scuola accompagnati dai profughi, scoppia la bufera politica

Il centrodestra contro l’idea di far partecipare al Pedibus i rifugiati

I cartelloni fatti realizzare da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia (Rossi)

I cartelloni fatti realizzare da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia (Rossi)

Arcore (Monza Brianza), 10 marzo 2017 - "Razzisti". "Capre". E chi ne ha più ne metta. Tra il centrodestra e il centrosinistra arcorese è scoppiata la guerra del piedibus. Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia non vogliono che i migranti, tre giovani richiedenti asilo, facciano parte dei volontari che ogni mattina accompagnano i bambini nelle tre scuole elementari (Bernate , via Edison e via Monginevro) camminando lungo sei piedi-linee.

"Noi ci opporremo con tutte le nostre forze – avvertono dal centrodestra - perché la riteniamo una scelta ideologica e irresponsabile, per il semplice fatto che nessun genitore potrebbe volere l’affidamento dei propri figli a uno sconosciuto". Ieri hanno tappezzato la città di manifesti: "A scuola con uno sconosciuto. No grazie. Immigrati senza status giuridico per accompagnare i nostri figli a scuola? Diciamo no". Scatenando una bufera. Con relative accuse di razzismo. L’assessora alla Cultura, Paola Palma, dice: "Non si capisce proprio cosa ci sia di male. Altri paesi lo hanno fatto. I tre giovani africani da inserire nel piedibus, sono seguiti, come altri 15 profughi accolti ad Arcore, dalla cooperativa Aeris: aiuteranno i volontari del piedibus, che esiste da 8 anni: hanno aderito 90 famiglie. Non costringiamo nessuno a farlo". L’assessora si appella alla ragionevolezza, ma il centrodestra non indietreggia: "Abbiamo presentato in vista del prossimo Consiglio comunale delle mozioni per fermare l’amministrazione", annuncia Cristiano Puglisi, capogruppo di Forza Italia. Che se la prende con Barbara Ventola, consigliera di maggioranza e presidente dell’associazione Genitori attivi, indicandola come l’ispiratrice del progetto di inserimento sociale dei richiedenti asilo.

Lei parla di "falsità e menzogne". Ricorda che ci sarà «un incontro informativo e di confronto con i genitori interessati». E che "la decisione sarà presa solo dopo il parere favorevole delle famiglie". Avvertendo che "i genitori che dovranno e devono dire la loro sono solo quelli dei bambini iscritti al piedibus". Che, ricorda, "non è un mio progetto". "Il mio contributo è dettato solo da un alto senso civico, ricco di valori e sensibilità umana". Puglisi, da parte sua, non ci sta a passare per fanatico e intollerante: "Ci siamo opposti all’impiego di richiedenti asilo privi di stato giuridico definito in attività coi bambini e subito dal Pd e dalla sinistra ci accusano di essere “razzisti”. E’ davvero triste e squallido. Emilio Caglio, il marito del sindaco in carica, si è permesso di apostrofarci come “stupidi razzisti”. Solo che noi non abbiamo mai parlato di razza, ma appunto di stato giuridico. Chi ci può garantire che queste persone abbiano la fedina penale pulita nel Paese d’origine?".

E conclude: "Loro ci chiamano razzisti e io li apostrofo con una parola tanto cara al noto professor Vittorio Sgarbi: "capre". Per i volontari del piedibus parla Giuseppe Redaelli, da tutti conosciuto come Nonno Beppe: "I timori sono frutto di fantasia in quanto ad accompagnare i bambini a scuola saremo solo noi volontari, che siamo tutti nonni e genitori, con l’aggiunta di qualche persona in più. Li inseriremo con le dovute cautele".