Diossina, 40 anni non sono bastati. Ora mette in crisi la Pedemontana

Ancora da bonificare i terreni del caso Seveso. E servono 40 milioni

Cantiere stradale (foto di repertorio)

Cantiere stradale (foto di repertorio)

Monza, 22 ottobre 2016 - Automobilisti in fuga, sindaci e ambientalisti in guerra, conti in rosso e banche diffidenti. Ora ai guai già noti di Pedemontana si aggiunge il caso diossina, l’ostacolo forse più grosso sul cammino del megacantiere dell’autostrada progettata per unire Malpensa a Orio attraversola Brianza. Il Piano di caratterizzazione portato avanti fra maggio e giugno sui terreni contaminati 40 anni fa dal disastro Icmesa - dove si sono fermate le ruspe - ha sancito ciò che tutti, nel territorio dei sei comuni interessati (Desio, Cesano Maderno, Barlassina, Seveso, Meda e Bovisio Masciago) temevano. La diossina non è scomparsa, ma è rimasta intrappolata nel terreno ad un livello superficiale, compreso fra il cosiddetto top soil e i due metri di profondità.

Le ruspe di Pedemontana dovranno quindi vedersela con il pericolo di rimescolare il terreno e portare i veleni nell’aria. I sindaci sono sulle barricate e i numeri parlano chiaro: 68 superamenti del limite verde, che riguardano ben 33 ambiti di mitigazione ambientale o tecniche di cantiere, più 5 superamenti del limite industriale. Gli ultimi dati, sommati ai risultati ti tutte le analisi sinora fatte sull’intera tratta B2 e inizio C, portano a un totale di 129 superamenti del limite verde e 21 superamenti del limite industriale, anch’essi da assoggettare a bonifica. Non solo. Nella relazione, discussa mercoledì ad un tavolo tecnico in Regione con tutte le parti coinvolte, per la prima volta si scopre che, oltre alle due note vasche-discariche di Meda e Seveso presenti nel Bosco delle Querce, esistono anche una terza vasca a Cesano Maderno e una fossa al confine tra Bovisio e Desio. Qui vennero presumibilmente sepolti gli animali contaminati da diossina TCDD e abbattuti nel 1976.

La Regione ha fissato termini perentori per Apl. La società Pedemontana entro sei mesi dall’approvazione del Piano di caratterizzazione avrebbe dovuto predisporre un progetto di bonifica. Ora Apl ha solo 30 giorni di tempo per presentare un prepiano che delimiti gli ambiti contaminati sui quali poi dovrà sviluppare analisi di rischio e progetto di bonifica. Non sarà certo una strada in discesa. Secondo le prime stime serviranno almeno 40 milioni di euro, ma per l’operazione Apl ne ha previsti solo 4. Come trovare i soldi? E soprattutto: chi paga?