Lissone (Monza e Brianza), 15 marzo 2017 - La storia vera di un bambino afghano che diventa teatro. Le parole e la viva esperienza di alcuni profughi ospitati in Brianza e di coloro che con loro sono a contatto ogni giorno. E poi un faccia a faccia con l'ex parroco di Lampedusa, da anni in prima linea sul fronte delle migrazioni. Sono le parti del mosaico che comporranno l'iniziativa "Migranti: persone da sopportare o dono da accogliere? - L'accoglienza come stile di vita", un duplice appuntamento organizzato, a partire da oggi, dalla Comunità Pastorale di Lissone, dalla Caritas cittadina, dall'Azione Cattolica del decanato locale e dal Consorzio Comunità Brianza, in collaborazione con il Comune. Obiettivo dichiarato, far riflettere, partendo da esperienze reali e da testimonianze di prima mano, sul fenomeno delle migrazioni forzate, sulle storie e il destino delle persone coinvolte, sui nostri rapporti con loro e sul dovere dell'accoglienza, per affrontare con chiarezza e serietà una questione che investe l'intera Europa, l'Italia e in essa anche il territorio brianzolo.
Si comincerà stasera alle 20 a Palazzo Terragni, in piazza Libertà, con un'apericena a base di cucina nordafricana a cui seguirà, alle 21, lo spettacolo teatrale "I coccodrilli", che Michele Fiocchi ha liberamente tratto dall'apprezzatissimo libro di Fabio Geda "Nel mare ci sono i coccodrilli - Storia vera di Enaiatollah Akbari", un testo tradotto in 32 Paesi del mondo e a suo tempo incoronato col premio "Libro dell'anno" dalla nota trasmissione di Radio 3 "Fahrenheit". La messa in scena sarà accompagnata dalle musiche di Ludovico Einaudi, Philip Glass, Nour Eddine Fatty: vi si racconterà la vicenda vera di un bambino afghano costretto a lasciare il suo Paese e la sua famiglia, a diventare adulto in fretta per poter sopravvivere, a barattare la propria innocenza infantile in cambio di una possibilità di vita e a compiere un pericoloso viaggio che lo ha portato ad approdare in Italia, passando per l'Iran, la Turchia e la Grecia. Subito dopo la rappresentazione spazio ad alcune testimonianze di richiedenti asilo e degli educatori del progetto di accoglienza della rete Bonvena.
L'iniziativa proseguirà poi mercoledì 5 aprile alle 21 con un incontro nella Casa Canonica di piazza Giovanni XXIII, accanto alla chiesa prepositurale di Lissone: a discutere di migranti e accoglienza saranno don Stefano Nastasi, ex parroco di Lampedusa, e Massimiliano Giacomello, responsabile del progetto accoglienza del Consorzio Comunità Brianza. L'ingresso a entrambi gli eventi è libero. In base ai dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) oggi sono oltre 65milioni le persone che in tutto il mondo sono state costrette a fuggire dal proprio Paese, la cifra più alta mai raggiunta dalla fine della Seconda guerra mondiale. Uno spostamento di flussi umani che attraversano Stati e linee di confine.
E proprio ai confini messi in discussione dalle migrazioni - a quelli geografici, economici, sociali e psicologici - e alla possibilità di traformarli in un luogo di incontro dove sia possibile sospendere temporaneamente paure e pregiudizi per provare a dialogare fra culture e tradizioni differenti, con un atteggiamento di apertura, è dedicato un altro evento in corso a Lissone, la mostra interculturale "Il confine... lo spazio che unisce" allestita nei locali dell'ex municipio di Villa Magatti, in piazzale Pertini: promossa dai Missionari Saveriani e dai Laici Saveriani insieme all'associzione "L'Annaffiatoio" e in collaborazione col Comune, è aperta al pubblico nei weekend fino a domenica 26, dalle 15.30 alle 19. Il percorso espositivo si articola in storie, testimonianze, proiezioni video.