Expo, ora Sgarbi sogna Botticelli. Alt del ministro: basta improvvisare

Dopo i Bronzi e l’Arcimboldo, richiesta per la "Nascita di Venere" di Luca Zorloni

La Venere di Botticelli

La Venere di Botticelli

Milano, 25 agosto 2014 - Gli negano i Bronzi di Riace, si rifiutano di prestare l’«Ortolano» dell’Arcimboldo, ma lui non si arrende: Vittorio Sgarbi, nominato da Regione Lombardia ambasciatore ai Beni culturali per l’Expo di Milano, raddoppia la scommessa e punta a ottenere il prestito della «Nascita di Venere» di Botticelli. «Ma quale Arcimboldo? — ha detto ieri il critico, liquidando il no del comune di Cremona al trasloco del dipinto, nobile ispiratore della mascotte dell’Esposizione universale —. Io sto lavorando per portare all’Expo dagli Uffizi di Firenze la Venere di Botticelli». Sgarbi ha già scelto la destinazione: la reggia di Venaria Reale, alle porte di Torino. E stimato l’assegno che, come nel caso dei Bronzi, staccherebbe agli Uffizi: tra i 600mila e gli 800mila euro. «Certo Firenze non ha bisogno della visibilità di Expo come Reggio Calabria o Cremona — ha spiegato il critico —, ma credo che un sostegno economico potrebbe fare comodo anche agli Uffizi». Tuttavia, ieri in serata il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini ha gelato il critico: «L’Expo non è solo di Milano ma di tutta Italia. E anzi la sfida che dobbiamo vincere è quella di allungare la permanenza nel nostro Paese di tutti i visitatori dell’Expo, offrendo loro le occasioni e le modalità per andare a visitare quel museo diffuso che è l’Italia. Basta a questo dibattito quotidiano e improvvisato su singoli capolavori che dovrebbero essere trasferiti a Milano».

Se la battaglia con Reggio Calabria è sospesa, nonostante i continui botta e risposta, in attesa del verdetto di Franceschini sul destino dei Bronzi, freschissima, invece, la bufera si sposta su Cremona. Il sindaco Gianluca Galimberti ha ribadito il no già espresso dal suo precedessore, Oreste Perri, alla richiesta di prestito di Regione Lombardia: «L’Ortolano» di Giuseppe Arcimboldo non lascia Cremona, chi vuol vederlo venga da noi. Sono almeno sei i milioni di turisti attesi dall’estero durante il semestre dell’Esposizione universale. Ed è partita la guerra tra campanili per accaparrarsi la fetta maggiore di visitatori, complice un sistema che affida alle Regioni la politica turistica. Risultato: mentre la vicina Svizzera vara un piano unico per attirare i visitatori dell’Esposizione in Canton Ticino, l’Italia degli ottomila Comuni si muove in ordine sparso. Con il rischio che ci rimangano le briciole.

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