Terrorismo, scarcerati dopo tre mesi i genitori di Fatima

I coniugi ono usciti oggi dal carcere milanese di San Vittore perché il giudice, da quanto si è saputo, ha valutato che si sono attenuate le esigenze di custodia cautelare nei loro confronti e per questo ha disposto gli arresti domiciliari

Fatima Az Zahra, al secolo Maria Giulia Sergio: secondo il Viminale si è arruolata nelle milizie siriane

Fatima Az Zahra, al secolo Maria Giulia Sergio: secondo il Viminale si è arruolata nelle milizie siriane

Milano, 5 ottobre  2015 - Sergio Sergio e la moglie Assunta, i genitori di Maria Giulia "Fatima", sono stati scarcerati. I coniugi erano finiti in carcere nell'ambito dell'inchiesta del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e del pm Paola Pirotta che ha portato anche all'arresto della sorella di 'Fatima', Marianna, e di altre due persone, gli zii di Aldo Kobuzi, marito albanese della 'foreign fighter' italiana. 'Fatima', il marito e altre tre persone sono, invece, tuttora latitanti.

I genitori della giovane sono usciti oggi dal carcere milanese di San Vittore perché il giudice, da quanto si è saputo, ha valutato che si sono attenuate le esigenze di custodia cautelare nei loro confronti e per questo ha disposto gli arresti domiciliari. Un mese fa circa, una precedente istanza di scarcerazione era stata respinta dal giudice Maria Vicidomini, che sostituiva il gip titolare del procedimento, Ambrogio Moccia. A Sergio Sergio e alla moglie viene contestato il reato di organizzazione di un viaggio per finalità di terrorismo, mentre Marianna, così come Fatima, è accusata anche di associazione con finalità di terrorismo internazionale (nessuna istanza è stata presentata dalla sua difesa). 

Stando agli atti dell'inchiesta, "nessun dubbio può sussistere sulla consapevolezza" dei due genitori di Fatima "di organizzare un viaggio per raggiungere l'organizzazione terroristica Stato Islamico, con pacifica conoscenza delle attività e degli obiettivi dell'organizzazione stessa". Secondo l'accusa, infatti, i coniugi Sergio, assieme a Marianna, erano "in partenza per la Siria" e stavano "adottando efficaci strategie per cercare di impedire l'azione di contrasto delle forze dell'ordine". In una delle tante conversazioni intercettate Fatima, che voleva che i genitori e la sorella la raggiungessero in Siria per unirsi al Califfato, diceva: "Noi qui stiamo ammazzando i miscredenti per poter allargare lo Stato Islamico". La Procura potrebbe chiedere per gli arrestati il processo con il rito immediato, che salta la fase dell'udienza preliminare. 

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