Un milanese tra i campioni: Riccardo sulla maxi-affissione in Darsena

La sorpresa di Adidas a uno studente di Economia, il suo armadietto "virtuale" è accanto a quello di Messi

Riccardo Oldani vicino al manifesto

Riccardo Oldani vicino al manifesto

Milano, 24 maggio 2016 - Messi, Bale, Koke, Fernando Torres. E poi Riccardo Oldani, milanese, 20 anni, calciatore mancato e studente di Economia dei mercati delle imprese internazionali. Tutti insieme sul grande manifesto pubblicitario di Adidas in Darsena: "E sinceramente non me l’aspettavo proprio", l’ammissione dell’intruso eccellente. Partito disputando uno dei tanti tornei che ci sono in giro per la città, per finire al fianco dei mostri sacri con tanto di armadietto personalizzato dello spogliatoio a cielo aperto: "Un sogno per chi, come me, ha sempre immaginato di diventare un calciatore". Sogno mancato, ma una piccola soddisfazione Riccardo se l’è comunque tolta.

Ai piedi dell’installazione è insieme ai suoi amici e compagni di squadra, quelli che scherzosamente hanno aperto un gruppo su Facebook dal titolo "Andiamo a tirare i pomodori a Riccardo". Ma lui, studente alla Cattolica, è ragazzo con la testa sulle spalle: fa qualche lavoretto tra sicurezza e steward ("per essere più indipendente anche a casa e non pesare sui genitori"), per togliersi quegli sfizi tipici dei ragazzi di 20 anni: uscite con gli amici, vestiti alla moda e così via.

Il ragazzo della porta accanto, bella presenza e buone maniere; il genero che tutte le mamme sognano: "Questo non lo so, l’unica cosa di cui sono conscio è che le mie giornate dovrebbero durare più di 24 ore per poter fare tutto quello che voglio". Riccardo Oldani, calciatore mancato che ama Kakà e si ispira ad Ilicic: "Tecnicamente sono sempre stato forte e valido - ammette - ma il problema è che serve anche testa, fisico e costanza. La testa, poi, fa il 90%. Cosa mi è mancato? Crederci di più e non abbattersi". Un inizio nelle scuole calcio Milan, poi l’arrivo ai Pulcini Regionali rossoneri e la conferma in squadra che non arriva: "Ma il calcio giovanile è un brutto mondo e io ho vissuto la parte più negativa". Due anni alla Pro Sesto prima del fallimento, poi il passaggio al Como di Enrico Preziosi. E la catastrofe societaria che si ripete. E ora che la carriera da calciatore è già alle spalle, si guarda al futuro: "Mi piacerebbe inventare qualcosa che nessuno ha ancora inventato, per avere l’esclusiva e vivere bene – conclude - un’idea che rivoluzioni il futuro. Nel settore dello sport? Perché no, magari combinando calcio ed economia".

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