Pianigiani: "Sono arrivato a Milano per far volare l’Olimpia come fece Peterson"

Intervista all'allenatore dell'EA7: "Questo club deve compiere l’ultimo passo per tornare protagonista in Europa"

Simone Pianigiani

Simone Pianigiani

Milano, 13 settembre 2017 - Inizia a svelarsi oggi al suo pubblico la nuova EA7 Milano che si presenta con l’obiettivo dichiarato di ritornare sul trono d’Italia. I biancorossi alle 20 giocheranno al PalaDesio contro il Khimki Mosca, avversario che poi ritroveranno in Eurolega, vestendo per la prima volta le maglie ufficiali che indosseranno nel campionato di Serie A, poi a fine gara sarà il momento per foto e autografi; dovrebbe esserci anche il nuovo acquisto Arturas Gudaitis. Grande protagonista della squadra è coach Simone Pianigiani che si presenta a Milano con 6 scudetti in 6 stagioni. Ora dovrà confermare tutto questo per la prima volta lontano da Siena.

Quando l’ha chiamata Milano cosa ha pensato?

«Devo dire che c’è sempre stato negli ultimi tempi un rapporto con il presidente Proli, c’era già stata la possibilità di venire ad allenare qui, ma non si era concretizzata. Stavo firmando 5 anni di contratto con l’Hapoel, ma hanno compreso l’opportunità. È un progetto intrigante: riuscire a portare il club a compiere l’ultimo passo per tornare protagonista in Europa. Fuori dal campo l’Olimpia è già una società top, sul parquet deve riscattare le ultime stagioni e provare a fare quel passo in più. È stimolante essere la persona che deve aiutare a farlo».

Cosa può dare a Milano in più Simone Pianigiani?

«Il compito di essere quello dell’ultimo passo verso l’Europa è affascinante. Voglio che sia una crescita di equipe, insieme verso un obiettivo comune. Un allenatore sa bene che l’emotività dei tifosi è parte dell’ambiente e devi accettare che sia così. Credo però che l’obiettivo sia far trasparire il lavoro che fai e la dedizione che ci metti, consapevole di quello che rappresenta l’Olimpia. Anche 24 ore su 24, perchè io sono fatto così».

In passato è stato grande avversario dell’Olimpia, come gestirà questa situazione?

«Mi piacerebbe, nel futuro, essere ricordato come lo è Peterson. Tanti anni a Bologna e tanti a Milano, con tanti trofei vinti e ben ricordato da tutti. Quando lavoro in una società lo faccio pensando di rimanerci per sempre. Al Fenerbahce non è successo perchè a metà stagione è cambiata la dirigenza, mentre a Gerusalemme avrei firmato per 5 anni, se non fosse arrivata l’Olimpia. La Nazionale mi ha coinvolto per 6 anni, all’Olimpia ci voglio rimanere a lungo».

17 giugno 2012, Siena vince il sesto scudetto consecutivo. È la sua ultima partita in Serie A. Che campionato ritrova?

«La congiuntura economica non ha aiutato, adesso però vedo una risalita. Tante squadre giocano per competere fino in fondo e sono tornate anche a fare le coppe. Questo permette di prendere giocatori di livello e alzare la competitività. E poi c’è la rivoluzione epocale dell’Eurolega che è stupenda, ma che bisogna imparare a gestire. Basti pensare che il Fenerbahce campione d’Europa ha perso ben 12 gare l’anno passato».

Per cosa dovrà essere riconoscibile la squadra di coach Pianigiani?

«Per atteggiamento, solidità mentale e per quel timore che dovrà incutere agli avversari. Questo si costruisce con la forza mentale che dovrà distinguere ogni momento dell’allenamento, ogni azione dovrà essere vissuta come quella decisiva per vincere lo scudetto. L’obiettivo è che gli avversari sappiano che quando affronteranno l’Olimpia sarà un grande problema per loro».

Quasi un mese di lavoro con parte della squadra, che giudizio si può dare?

«È stato comunque un periodo utilissimo perchè ci è servito per fissare procedure con lo staff e impostare la quotidianità. Sono contento perchè tutto l’ambiente è voglioso di riscatto. È vero che tanti giocatori sono cambiati, ma è tutto il contesto che ha avvolto i giocatori e ha voglia di tornare a vincere. Siamo un po’ indietro tecnicamente, abbiamo avuto qualche acciacco, ma l’atteggiamento mi è piaciuto molto, è quello che ci ha permesso di vincere alcune amichevoli e questo è un ottimo punto di partenza».

Tra 10 giorni c’è la Supercoppa e mancano ancora 4 giocatori da inserire. Come gestirà la situazione?

«Siamo l’Olimpia, c’è un trofeo in palio. Si gioca per vincere e non esistono alibi. Sappiamo che sarà difficile, ma questa Supercoppa ci deve dare un segnale di serietà e voglia di competere. L’attendo con curiosità, voglio vedere la fame dei giocatori. Siamo all’inizio di un percorso, se vogliamo che la strada sia quella giusta, non possiamo che iniziare a prenderla subito».

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