Piano anti-Seveso si muove il Governo: ecco i soldi per le 3 vasche

Nello Sblocca Italia 110 milioni, quota assegnata alle Regioni ma Milano ne vuole la metà per le vasche di laminazione a Senago, Varedo e Paderno. In totale servirebbero 55,2 milioni di Nicola Palma

Il Seveso esondato in viale Zara-Marche il 21 agosto 2014

Il Seveso esondato in viale Zara-Marche il 21 agosto 2014

Milano, 15 settembre 2014 - Promessa mantenuta: arrivano i fondi per imbrigliare il Seveso. Il Governo ha stanziato nel decreto Sblocca Italia, pubblicato venerdì sulla Gazzetta Ufficiale, i soldi necessari per completare il piano anti-piene. Ecco cosa dice l’articolo 7: «Al fine di fronteggiare le situazioni di criticità ambientale delle aree metropolitane interessate da fenomeni di esondazione e alluvione, previa istruttoria del Ministero dell’Ambiente di concerto con la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico appositamente istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, è assegnata alle Regioni la somma complessiva di 110 milioni di euro, a valere sulle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2007-2013 per interventi di sistemazione idraulica dei corsi d’acqua». Considerato che le città metropolitane sono dieci e che solo tre di queste (Milano, Genova e Firenze) rientrano nell’elenco dei potenziali beneficiari, il conto è presto fatto: secondo le stime dei tecnici dell’Aipo, almeno la metà del denaro dovrebbe arrivare nelle casse di Palazzo Lombardia per mettere in sicurezza Niguarda e dintorni. Nelle intenzioni dell’Agenzia interregionale per il bacino del Po, quei contributi, promessi un paio di mesi fa dall’esecutivo Renzi, dovrebbero essere utilizzati per finanziare gli altri bacini di laminazione da aggiungere a quello di Senago.

Le stime sono pronte: per la vasca di Lentate è previsto un investimento complessivo di 15,6 milioni di euro (9 per i lavori)mentre per gli invasi di Varedo e Paderno Dugnano sono necessari rispettivamente 23,5 e 16,1 milioni. Il totale: 55,2 milioni. Cioè il 50% dei fondi assegnati dal Governo alle città metropolitane. Del resto, come ha sottolineato più volte il capostruttura contro il dissesto idrogeologico Erasmo D’Angelis, «la difesa idraulica del fiume Seveso resta un’opera strategia nazionale». Detto, fatto. Non che nelle scorse settimane qualcosa non si sia già mosso: a fine agostol’Aipo ha consegnato alla Regione il progetto definitivo del primo lotto della vasca di Senago (10 milioni); a fine ottobre, dovrebbe essere completato l’iter pure per il secondo lotto. Se tutto andrà come previsto, senza intoppi nel disbrigo delle procedure burocratiche, gli operai entreranno in azione nella primavera del 2015. Non basta. Sì, perché nello Sblocca Italia è stata predisposta anche una procedura d’urgenza per rispondere ai continui richiami dell’Unione Europea, che minaccia pesanti sanzioni nei confronti di chi contravviene alla direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane: entro il 30 settembre, il Governo potrà attuare i poteri sostitutivi e nominare commissari straordinari che facciano rispettare le regole. Tema che riguarda in primis il Seveso, uno dei fiumi più inquinanti del continente. nicola.palma@ilgiorno.net

 

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