Salvini, svolta nazionale: "Pronta la Lega del Sud. Io fascista? È ridicolo"

Il leader: la Le Pen prende voti tra gli operai di Massimiliano Mingoia

Matteo Salvini (Afp)

Matteo Salvini (Afp)

Milano, 21 ottobre 2014 - Dal localismo al nazionalismo. La svolta della Lega Nord ha stupito più di un osservatore. Sabato, in Piazza Duomo a Milano, i lumbard hanno sfilato insieme ai militanti di Casa Pound. Il segretario del Carroccio Matteo Salvini spiega le ragioni della svolta e a chi lo vede come leader del centrodestra italiano risponde così: «La Lega ha fatto una scelta. L’emergenza italiana è il lavoro: la disoccupazione e le aziende che chiudono da Milano a Lecce. Dobbiamo fare una battaglia a livello nazionale. Occupazione e immigrazione sono due problemi strettamenti collegati. Io leader del centrodestra? Ci sono tante persone che possono guidare l’alternativa a Renzi. I personalismi li lascio al premier».

Svolta nazionalista. E il federalismo?

«Continuo a pensare che il federalismo sia il riconoscimento delle autonomie locali che fa bene al Nord e al Sud. Su questo non cambio né idea né nome del partito né simbolo. Ci chiamano da tutta Italia e io ci vado, anche se sono il segretario delle Lega Nord. È un mio dovere».

La Lega del centrosud?

«È tutto pronto. Ci rivolgeremo ai cittadini del centrosud di buona volontà, non ai falsi invalidi».

Renzi sostiene che lei sta facendo un’operazione ideologica: unire le destre, Lega e Casa Pound. Cosa risponde?

«Le ideologie sono vecchie e superate. A Renzi fa comodo relegarci a destra. Ma in piazza c’erano anche elettori di sinistra. Sto dialogando con i sindacalisti della Fiom. Sì, è vero, in piazza c’era i militanti di Casa Pound, che sono stati correttissimi. I democratici sabato erano in Piazza Duomo, i casinisti amici di Renzi a imbrattar vetrine».

C’è chi le dà del «fascista».

«Mi fa ridere. Io sono stato il capogruppo dei Comunisti padani nel Parlamento del Nord. La metà dei voti di Marine Le Pen arriva da operai, artigiani e partite Iva che dovrebbero essere difesi dalla sinistra. Renzi rappresenta le banche, noi gli operai. Se domani facessimo un referendum sull’immigrazione clandestina, vinceremmo noi con il 90 per cento. Non è un tema di destra. Renzi dovrebbe ringraziarci. Le manifestazioni violente sono scongiurate perché ci siamo noi che diamo una risposta politica all’esasperazione della gente».

E le proposte anti-crisi?

«A metà dicembre le presenteremo, sono totalmente alternative a quelle di Renzi. Economisti e studiosi di tutto il mondo verranno a Milano. Proporremo un’aliquota fiscale unica, tra il 15 e il 20 per cento, uguale per tutti, per sconfiggere l’evasione e lasciare più soldi nelle tasche dei cittadini».

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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