Ortomercato, Coldiretti: "Orticoltori contro lo sciopero dei grossisti, vogliamo lavorare"

Una serrata prevista per il 9 maggio e per quattro sabati totali di seguito per conestare l'aumento dell'abusivismo e della sporcizi nelle parti comuni delle strutture. "Una scelta che danneggia sia le nostre aziende che i consumatori che nel fine settimana vengono a fare la spesa"

L'Ortomercato di Milano

L'Ortomercato di Milano

Milano, 6 maggio 2015 - All'Ortomercato di Milano si discute ancora.  La Coldiretti provinciale fa sapere che "gli orticoltori milanesi si schierano contro la decisione dei grossisti di proclamare dal 9 maggio prossimo e per quattro sabati totali di seguito una serrata dalle 3 di notte alle 11 del mattino".  "Una scelta che danneggia sia le nostre aziende che i consumatori che nel fine settimana vengono a fare la spesa - ha spiegato  Mario Bossi, Presidente del Consorzio orticoltori - per questo, aldilà delle motivazioni dei grossisti, noi chiediamo che sia garantito il libero accesso al mercato perché le nostre aziende devono poter lavorare, soprattutto adesso che siamo a inizio stagione. Se dovessimo essere danneggiati dall'azione dei grossisti e se, pur nel rispetto del diritto di sciopero, ci fosse impedito di entrare e di lavorare, adotteremo tutte le azioni legali a tutela dei nostri associati e per farci risarcire dall'Associazione dei grossisti i danni che dovessimo subire per la merce o i mezzi". Per spiegare le proprie posizioni, gli orticoltori hanno anche spedito una lettera all'assessore al commercio Franco d'Alfonso, a Roberto Munarin Presidente della commissione Mercato ortofrutticolo, al presidente della Sogemi (la società che gestisce i mercati di Milano) Nicolò Dubini, al direttore della Sogemi Stefano Zani e all'Associazione dei grossisti. 

All'Ortomercato di Milano lavorano oltre cento aziende agricole su poco più di 200 totali, il resto sono commercianti. "Non entriamo nel merito delle motivazioni dello sciopero - ha aggiunto Bossi - e neppure su quanti commercianti abbiano partecipato all'assemblea della loro associazione dalla quale è scaturita la scelta della serrata, ma ribadiamo che per noi non si tratta di una decisione condivisibile, non c'entra con noi orticoltori e che quindi ci aspettiamo di poter entrare e di lavorare". "L'ortomercato di Milano - ha spiegato la Coldiretti provinciale - è una realtà che rappresenta il 10 per cento di tutta la merce che arriva nei mercati ortofrutticoli italiani, è frequentato da 9 mila persone al giorno e movimenta un milione di tonnellate di prodotti ogni anno. "I problemi ci sono - ha concluso -. E adesso che è iniziato Expo chiudere in questa maniera non credo proprio sia una bella immagine per Milano".

 

GROSSISTI PROCLAMANO LO SCIOPERO - "Ogni giorno aumenta l'abusivismo e la sporcizia nelle parti comuni della strutture - ha spiegato Fausto Vasta, presidente Ago (Associazione Grossisti Ortofrutticoli) - diminuiscono i controlli di legalità. La situazione è così imbarazzante, soprattutto per la città di Expo2015, che gli operatori preferiscono non partecipare agli incontri con le delegazioni straniere in visita all' Ortomercato. In una nota, l'Ago, unitamente a Confcommercio e alle Associazioni di Categoria dei Mercati Generali, ha contestato anche il progetto del nuovo Mercato Ortofrutticolo, "ancora tenuto segreto da So.Ge.M.I, che porterebbe a  una realtà senza regole certe, un vero far west". "L'attuale gestione di So.Ge.M.I. è ormai inutile e dannosa. So.Ge.M.I. dovrebbe ricordarsi che è l'Ente Gestore dei Mercati Generali e che il suo compito principale è l'istituzione, l'impianto e l'esercizio dei mercati all'ingrosso dei prodotti ortofrutticoli! So.Ge.M.I. - ha concluso il presidente di Ago - organizzi pure tutte le attività collaterali che vuole, ma prima di tutto faccia funzionare i Mercati Generali!".

 

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