Sparatoria a Milano, l’egiziano era a Bruzzano per caso. Sequestrato nella sua auto e ucciso

Il killer l’ha costretto a caricarlo in auto, poi l’ha finito con 5 colpi

Il presunto killer Kastriot Zhuba

Il presunto killer Kastriot Zhuba

Milano, 21 settembre 2014 - Al killer arrestato giovedì notte per porto abusivo di armi da guerra e ricettazione, ieri è stata contestata in carcere anche l’accusa di duplice omicidio e tentato omicidio. È stato lui a sparare e uccidere Arben Khtella, albanese, 41 anni, e Ibrahim Sharara, egiziano di 38, sempre lui a tentare di uccidere Modi Kthella, anche lui albanese, 38enne. Quest'ultimo, operato al Fatebenefratelli, ha reso ieri mattina una testimonianza, confermando davanti al pm Elio Ramondini, la dinamica dell’agguato. Con un elemento nuovo e terribile: la totale estraneità dell’egiziano al gruppo di vittime designato per l’esecuzione. Ibrahim Sharara, regolare, residente a Bresso, sposato, e con un lavoro come operaio, era lì per caso, vittima di una sciagurata casualità.

Sharara, giovedì sera alle 21, è in piazza Giustino Fortunato di passaggio. Ha parcheggiato la sua auto, la Opel grigia, perché in quella zona deve sbrigare alcune commissioni. Il killer albanese, il cui vero nome è Kastriot Zhuba, con un mandato di cattura internazionale per triplice omicidio anche in Albania, incontra le sue vittime e spara: il primo muore dopo i due colpi alla testa, il secondo fugge in un parchetto di via Longoni e si salva. E poi c’è l’egiziano, che nemmeno conosce i tre. Ma Zhuba, dopo aver quasi scaricato la pistola addosso ai suoi rivali in affari criminali, ha bisogno di un passaggio. C’è troppa gente lì a quell’ora, deve fuggire il più in fretta possibile. Davanti a lui c’è il trentottenne che sta salendo in macchina. Gli punta una pistola alla testa, entra nella sua auto e lo sequestra. «Via, scappa, fai quello che ti dico o ti ammazzo». L’egiziano imbocca via della Marna, percorre trecento metri in tutto, poi però perde la testa, reagisce, o forse l’albanese si rende conto che il guidatore sconosciuto potrebbe diventare un testimone scomodo. La sequenza ripresa dalle telecamere della via mostra Sharara che esce velocemente dall’auto e tenta di scappare. Ma l’albanese lo raggiunge in fretta e gli scarica addosso cinque colpi di pistola. Lo ammazza subito, poi si mette alla guida della Opel e fugge. Si ferma alla prima area di servizio, quella di San Zenone al Lambro. E lì commette il primo errore. I carabinieri di Milano conoscono già la targa dell’auto, è in trappola, gli stanno addosso, questione di ore, non può andare lontano. La Stradale lo ferma. Gli chiede i documenti. Lui tenta di estrarre la pistola, ancora con il colpo in canna. Ma stavolta non ce la fa. Lo arrestano.

Anna Giorgi

anna.giorgi@ilgiorno.net

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