'No Expo', guerriglia a Milano. Legale della donna arrestata: "No test Dna, ma sulle impronte"

Prelievo del Dna in carcere a Marassi questa mattina peri cinque presunti black bloc arrestati sabato sera a Genova per i vandalismi su sei autovetture e fortemente sospettati di aver preso parte agli scontri di Milano durante la manifestazione 'No Expo'. Nel frattempo, è stato convalidato il loro fermo FOTO - Il corteo No Expo / Le prime tensioni / Vetrine imbrattate /Tensioni con la polizia / Auto e negozi in fiamme / Devastazioni in città / I milanesi ripuliscono la città / Materiale sequestrato durante il corteo VIDEO - La guerriglia / I danni

Scontri dei Black bloc a Milano

Scontri dei Black bloc a Milano

Milano, 6 maggio 2015 - Continuano le indagini riguardo la guerriglia avvenuta a Milano, l'1 maggio. Nel mirino i black bloc, che avrebbero scatenato i disordini più grossi. 

ARRESTATA CHIEDE ESAME DATTILOSCOPICO - Non più il test del Dna, ma l'esame dattiloscopico. L'avvocato Paolo Antimiani ha cambiato idea sulla carta da giocare nella speranza di ottenere la scarcerazione per la sua assistita, H.P., una delle 5 persone arrestate il 1 maggio a Milano durante la manifestazione dei "No Expo" per i disordini scoppiato nel corteo. Secondo gli agenti che l'hanno arrestata, la donna (42 anni,tedesca di origine ma milanese d'adozione, con alle spalle alcuni precedenti per droga e furto) durante il corteo brandiva bastoni e mazze ferrate. Ipotesi accolta dal gip Donatella Banci Buonamici che nei giorni scorsi ha convalidato l'arresto chiesto per lei dal pm Piero Basilone con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall'uso di armi improprie come mazze ferrate, bastoni e pietre. La donna respinge ogni accusa. E proprio stamattina il suo legale aveva manifestato l'intenzione di far sottoporre la sua assistita al test del Dna. Poi si è deciso di puntare sull'analisi delle impronte digitali, esame evidentemente ritenuto più efficace per dimostrare che la donna, durante il corteo del 1 maggio, non aveva con sé nessun bastone. Insieme alla 42enne,  sono stati fermati un'altra donna di 33 anni, Anita, milanese e con un precedente per resistenza a pubblico ufficiale, un giovane di 23 anni, J.P. di Rozzano (Milano) che lavora come commesso e non ha precedenti. E poi M.L., lodigiano di 27 anni e un uomo di 32 anni che vive ad Alessandria, entrambi incensurati. Nella richiesta di convalida degli arresti il pm Piero Basilone aveva scritto che quella messa in atto da alcuni manifestanti è stata una "violenza collettiva contro le forze dell'ordine". Durante l'interrogatorio, tutti hanno respinto le accuse.

CONVALIDA FERMI A GENOVA -  Restanin carcere i cinque presunti black bloc francesi arrestati sabato notte dalla polizia di Genova per danneggiamento aggravato e sospettati di aver preso parte alla manifestazione contro l'Expo del primo maggio a Milano. Il gip Massimo Cusatti oltre a convalidare il fermo ha notificato ai cinque una nuova misura cautelare chiesta dal pm Federico Manotti. In particolare nel documento del tribunale viene evidenziato l'alto rischio di "reiterazione del reato" e "il comportamento anti sociale" tenuto dai francesi.  Sono indagati dalla Procura di Milano per devastazione e saccheggio.

PRELIEVO DNA A GENOVA - Prelievo del Dna in carcere a Marassi questa mattina peri cinque presunti black bloc arrestati sabato sera a Genova per i vandalismi su sei autovetture e fortemente sospettati di aver preso parte agli scontri di Milano durante la manifestazione 'No Expo'. Questa mattina agenti della polizia scientifica accompagnati dai colleghi della Digos su incarico della Procura della Repubblica di Milano che indaga per i disordini hanno prelevato materiale biologico a R.H.E., 24 anni, ritenuto uno dei leader del gruppo e già noto alla polizia francese come membro di spicco del movimento anarchico transalpino e agli altri cassuer arrestati. Il Dna ricavato sarà poi confrontato con quello ottenuto dall'esame dei tanti capi di abbigliamento (tute nere e maschere) che la polizia ha sequestrato abbandonato sul luogo della manifestazione. Sempre questa mattina i cinque, difesi dagli avvocati Emanuele Tambuscio, Laura Tartarini e Alessandro Gorla, saranno davanti al gip per l'interrogatorio di convalida. Per la Procura di genova, i cinque hanno rpeso parte alla manifestazione 'No Expo'. A dirlo alcuni indizi (tra cui biglietti autostradali, scontrini e striscioni di protesta di matrice antagonista) raccolti durante le perquisizioni svolte nelle ultime ore nel covo dei presunti black bloc di salita San Nicolosio a Largo Zecca. Per questo, ieri, il sostituto procuratore Federico Manotti ha inviato la copia degli atti raccolti a Genova al procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli che indaga sui disordini del primo maggio. Questo passaggio potrà consentire alla Procura di Milano di effettuare il test del Dna ai casseur per provare un loro eventuale coinvolgimento negli scontri.

INCHIESTA SI ALLARGA Intanto gli investigatori stanno facendo accertamenti, oltre che sui black bloc stranieri, anche su alcuni gruppi di antagonisti milanesi di un'area cosiddetta anarchico-autonomista, che da anni ormai si muovono per la città occupando vari edifici . Gli investigatori puntano ad accertare le responsabilità dei circa 500 incappucciatì che hanno messo a ferro e fuoco la città.Su Facebook, tra l'altro, nella pagina di una sigla chiamata "Autonomia diffusa ovunque" vengono esposte le «15 tesi partigiane sul primo maggio milanese». E in questo lungo post si legge, ad esempio, che «gli obiettivi politici non si misurano con eventuali arresti o attacchi da parte del nemico, ma con ciò che la pratica di questi obiettivi possa creare a livello di avanzamento a medio e lungo termine».

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