Ricchissimi e separati, figli tolti alla coppia e affidati al Comune

Se c'è una cosa che non manca in quella famiglia, sono i soldi. Eppure due figlie minorenni sono costrette da due mesi a vivere in comunità I DATI - Sono 2.500 i minori in comunità i più piccoli insieme alle madri di MARIO CONSANI

Figli separati (foto repertorio)

Figli separati (foto repertorio)

Milano, 7 marzo 2016 - Se c'è una cosa che non manca in quella famiglia, sono i soldi. Eppure due figlie minorenni sono costrette da due mesi a vivere in comunità, e ora sono state affidate al Comune di Milano. Lui è un ricco imprenditore del settore navale, versa alla moglie separata 9.500 euro al mese e provvede a qualunque necessità economica dei figli. Ma per tutto il resto è un disastro. E così ora il giudice ha stabilito che le due figlie maggiori della coppia, 12 e 14 anni, debbano restare in comunità, dove si erano già rifugiate un paio di mesi fa dopo essere scappate da casa di papà. Il terzo figlio, 10 anni, anche lui affidato al Comune, resterà invece prevalentemente con il padre. Perché la mamma, tempo addietro, aveva preso tutti e tre e se n’era andata negli Stati Uniti, perdendo così l’affidamento dei figli e tenendoli poi con sè illegalmente con inevitabile indagine italiana a carico per sottrazione internazionale di minori.

Ma quando i ragazzini sono finalmente tornati in Italia per stare con il padre, è andata anche peggio. L’uomo aveva vinto la battaglia legale ma poi ha perso i figli. Dopo la fuga da casa, sentita dal giudice, la figlia maggiore ha accusato il genitore di essere un violento («anche il cane ha paura...»), l’altra si è mostrata più possibilista ma comunque critica. Entrambe, seguite da psicologi e assistenti sociali, vivono un’adolescenza complicatissima. Il feroce divorzio da quartieri alti rischia di provocare conseguenze drammatiche.

Nei giorni scorsi il giudice Olindo Canali, presidente della nona sezione del tribunale, oltre a disporre il mantenimento delle due ragazzine nella comunità protetta, ha anche provveduto, visto come vanno le cose, a nominare per loro e per il fratellino un curatore speciale che dovrà rappresentarli nel giudizio avviato già da tempo per il divorzio tra i genitori che, per quanto infiocchettato dal denaro, rischia di trasformarsi in una sorta di massacro ai danni dei figli.

D’ora in poi, comunque, sempre per ordine del tribunale, anche gli incontri tra figlie e ciascuno dei genitori (la mamma rientrerà in Italia a breve) dovranno avvenire in uno spazio “neutro” individuato dalla comunità e secondo modalità ben definite.

Interrogato dal tribunale dei minori dopo la fuga delle figlie da casa sua, a gennaio, l’imprenditore ha sostenuto che sarebbe stata l’ex moglie ad organizzare il tutto. Lei si difende sostenendo di poter parlare con loro al telefono solo ogni 15 giorni. Laura Cossar, avvocato della donna, commenta: «La mia assistita è consapevole della drammaticità della situazione. Per lei la priorità è sempre stata che i bambini vivano in un luogo sicuro e protetto, al riparo da ogni violenza». Il padre aveva fatto sapere alla stampa, a suo tempo, che l’affidamento dei figli gli era stato riconosciuto dal tribunale. Ora però il giudice Canali, che si occupa del sanguinoso divorzio, ha tolto l’affido anche a lui. E la feroce battaglia legale tra coniugi continua: a giugno la prossima udienza. mario.consani@ilgiorno.net

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