Seveso, la quinta esondazione. Ora Niguarda trema

Piena lampo. Paratie e tombini aperti ma non è abbastanza per contenere il fiume di Marianna Vazzana

Esonda il Seveso

Esonda il Seveso

di Marianna Vazzana

Milano, 4 agosto 2014 - Nuova esondazione del Seveso, la quinta in un mese (sesta, se si considera che il 26 luglio il fiume aveva rotto gli argini 2 volte a distanza di poche ore). Alle 15 l’acqua è tornata ad allagare le strade di Niguarda e dintorni: chiuse al traffico alcune corsie di viale Fulvio Testi, viale Ca’ Granda, via Valfurva, viale Suzzani tra largo Desio e via Padre Luigi Monti e parte di via Veglia. Sul posto, squadre della Protezione civile, polizia locale e Amsa. È stata una piena-lampo, durata poco più di un’ora, che ha comportatato i soliti disagi anche se più lievi rispetto alle altre volte: carreggiate trasformate in mini- piscine, traffico deviato, melma nelle cantine.  Le acque, ritiratesi in fretta, non hanno fortunatamente lasciato danni rilevanti: la situazione è tornata alla normalità (o quasi) alle 16.45, quando l’ultima strada bloccata a causa dell’esondazione è stata riaperta. Adesso ci sarà comunque altro fango da smaltire, soprattutto ai bordi delle strade colpite. «Eravamo in allerta già dal pomeriggio di sabato - spiega l’assessore alla Sicurezza e Protezione civile Marco Granelli -, preoccupati per i nuvoloni in arrivo dal Piemonte. I temporali hanno riempito in mattinata il bacino del Seveso nella Brianza e nel Comasco e abbiamo subito attivato squadre e pattuglie. Nel primo pomeriggio sono stati aperti i chiusini per permettere alla fognatura di assorbire le acque, la situazione è stata monitorata costantemente». Le squadre di Amsa si sono date da fare con 3 macchine spurgo-pozzetto, motocarri con vasche per rimuovere i detriti e mezzi spazza-lavatrici per ripulire le strade. Un ciclo che si ripete ormai da 5 volte nell’arco di un mese (25 giugno, 8, 26 e 29 luglio, poi di nuovo ieri), e ogni volta non resta che ricominciare da capo. Il problema - ha ribadito il Comune nelle scorse settimane - potrà essere risolto a monte solo con la realizzazione di vasche di laminazione, l’adeguamento del canale scolmatore e la depurazione delle acque. Per adesso, insomma, non resta che confidare in un clima più clemente. La pioggia che ha tenuto in scacco la città ha allagato nella mattinata di ieri anche 3 sottopassi in viale Rubicone, via Astesani e via Negrotto, i primi 2 nella zona di Affori-Bruzzano e il terzo nel quartiere di Villapizzone.  La massa d’acqua che blocca il tunnel di via Negrotto «è ormai un classico», dicono rassegnati i residenti, che da tempo chiedono interventi «perché ogni volta che c’è un temporale - sottolineano - restiamo isolati. Impossibile muoversi, sotto il tunnel si forma un lago». Tanto che lo scorso 8 luglio, quando Milano era stata messa in ginocchio da un’esondazione senza precedenti, qualcuno aveva pensato di attraversare il sottopasso servendosi di un canotto (con tanto di cartello che indicava, ironicamente, il costo del servizio di trasporto: «5 euro, come l’Area C»). Ieri l’acqua è stata aspirata in fretta, in via Negrotto così come in viale Rubicone. “Liberata” poco dopo anche via Astesani, riaperta alla circolazione intorno alle 16.50. Nelle vie Astesani e Vincenzo Da Seregno sono in corso lavori di riqualificazione, e il maltempo - assicura l’amministrazione - non inciderà sul cronoprogramma. Sui siti internet, intanto, compaiono foto di cantine intrise di fango e strade nuovamente allagate. «Ci risiamo», commenta la gente, domandandosi se nelle prossime settimane potrà godersi - finalmente - almeno uno scampolo d’estate. 

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