Giochi, sogno da coltivare

Milano, 23 ottobre 2016 - NON È uno scherzo. È piuttosto un sogno, ma ogni tanto capita che i sogni si avverino. Dopo il no della Raggi a Roma 2024, il Coni potrebbe candidare Milano per le Olimpiadi 2028. C’è un anno di tempo perché bisognerà attendere l’assegnazione dell’edizione 2024: se vincesse Los Angeles, se a prevalere fosse una città non europea, Milano potrebbe scendere in campo per i Giochi di quattro anni dopo. Il primo tassello, il primo piccolo passo è già stato fatto nei giorni scorsi. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha annunciato la candidatura di Milano ad ospitare la sessione del Cio nel 2019, la riunione plenaria annuale del Comitato olimpico internazionale. Un modo per riavvicinare l’Italia allo sport, ha detto Malagò, dopo il doloroso strappo di Roma. E un modo, diciamo noi, per far conoscere la Milano di oggi ai «signori dei Giochi». Giusto un assaggio, per far capire agli ambasciatori del mondo dello sport di centinaia di Paesi del mondo le potenzialità di questa città che dopo il successo di Expo è pronta ad altri grandi appuntamenti.

IL PIÙ PRESTIGIOSO di tutti è quello, appunto, di candidarsi ad ospitare le Olimpiadi del 2028. A qualcuno può sembrare un traguardo lontano e molto arduo da raggiungere. Non è proprio così. Per realizzare gli impianti sportivi necessari ad ospitare i Giochi (che oggi a Milano non esistono) servono anni, non mesi. Quanto alle difficoltà, quelle nessuno se le nasconde, ma è una sfida affascinante che vale la pena di affrontare. Certo, non è detto che si vinca, ma sarebbe un grave errore rinunciare in partenza a partecipare. Milano non è Roma. Milano non ha paura degli intrallazzi e delle ruberie, Milano pensa alle straordinarie opportunità di un evento del genere, più che ai rischi che esso comporterebbe. Come auspica Maroni, la scommessa di Milano dovrebbe essere quella di tutta la Lombardia: altre città della regione infatti potrebbero essere pronte ad ospitare alcune delle discipline in programma. Si spinge più in là Toti, governatore della Liguria, che si dice entusiasta della candidatura milanese perché già immagina Genova come sede delle gare di vela e di windsurf. Ma è presto per affrontare simili argomenti, meglio restare con i piedi per terra. Ci basti vedere che la Milano di oggi è una città bellissima, dinamica e vivace, in grande crescita, alla quale nessun traguardo è precluso. Le classifiche dicono che da tre anni è la città più smart d’Italia, che non vuol dire solo la più tecnologica ma anche quella più capace di attrarre talenti, di generare imprese innovative, la città più vivibile, la più vicina ai bisogni dei cittadini. È la capitale della moda e del design, ma è anche la capitale dell’accoglienza e del volontariato. È una città fatta di gente intraprendente che, ne siamo certi, vedrebbe nelle Olimpiadi un’occasione irripetibile di benefici per tutti. Per ora i milanesi possono solo fare il tifo per Los Angeles 2024. Quattro anni dopo toccherebbe al Vecchio Continente e oggi in Europa sono davvero poche le città che possono competere con Milano. giuliano.molossi@ilgiorno.net

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