Scala, la bacchetta di Haitink per la Missa Solemnis

Il Maestro torna alla Scala con Beethoven

Bernard Haitink

Bernard Haitink

Milano, 23 giugno 2017 - Bernard Haitink è uno dei grandissimi (il più grande?) della vecchia generazione. Nato ad Amsterdam nel 1929, iniziò come violinista, quando la vita musicale olandese era dominata dalla figura di Willem Mengelberg. Passato alla direzione d’orchestra, si rivelò in campo internazionale sostituendo all’improvviso sul podio Carlo Maria Giulini in un concerto al Concertgebouw, del quale fu poi Direttore Principale dal 1961 al 1988. Fu alla testa di istituzioni tra le più prestigiose al mondo, di cui la Chicago Symphony fino al 2010.

Quando Haitink venne alla Scala nel gennaio 2016 per dirigere lo splendido Deutsches Requiem di Brahms, stupì scoprire che fosse la sua prima volta nel teatro milanese. Subito si accese l’attesa per un suo ritorno. Si realizza ora, con uno dei programmi che più gli appartengono: la Missa solemnis per soli, coro e orchestra di Beethoven, monumento della letteratura sinfonico-corale e simbolo dell’intera cultura musicale. È anche una delle creazioni più problematiche dell’arte occidentale: opera religiosa, spicca come atto creativo individuale, quasi fuori dal suo tempo, in mezzo alla grande fioritura di musica profana.

Eccessivo in tutto, Beethoven non frequentava preti, ma arcivescovi, destinanti a divenire Cardinali di Santa Romana Chiesa, come l’Arciduca Rodolfo. Quando Beethoven seppe che il suo allievo sarebbe diventato Cardinale per volontà di Pio VII gli balenò l’idea di offrirgli una grande messa da eseguire il giorno della sua intronizzazione nella Diocesi di Olomouc (città di grande tradizione storica oggi appartenente alla Repubblica Ceca). Beethoven era nato da famiglia cattolica, ma non si professò mai credente ortodosso anche se, per anni organista a Bonn, era pratico di tutti gli atti del culto (aveva già composto una messa, anni prima, su commissione del principe Esthérazy).

Per Beethoven, che si preoccupò sempre di andare alla radice delle cose, l’adattamento del testo nella Missa solemnis fu una lotta spasmodica con i problemi religiosi accostati a quelli dell’esistenza umana. La Missa diventa così più una confessione personale che un’opera liturgica. Per ampiezza, corrisponde a una sinfonia. Iniziato il progetto nel 1814, la Missa in re maggiore fu eseguita a San Pietroburgo nel 1824. Si compone di Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei. Interpreti solisti sono Camilla Tilling, Gerhild Romberger, Peter Sonn, Hanno Müller-Brachmann. Maestro del coro Bruno Casoni.

Teatro alla Scala, oggi alle 20 (repliche 24, 26). Info 02 72 00 37 44 www.teatroallascala.org

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