Lo scrigno magico di riti e costumi che ispira le ballate di Van De Sfroos

Archivio etnografico della Regione, 6 dipendenti contro i 40 in Sicilia

Foto dell’Archivio di Etnografia e Storia Sociale di Regione Lombardia

Foto dell’Archivio di Etnografia e Storia Sociale di Regione Lombardia

Milano, 4 marzo 2017 - È uno scrigno preziosissimo. Sconosciuto. Dentro vi sono custodite storie magiche, canti, tradizioni, riti e pratiche sociali, saperi manuali, credenze popolari. E ancora. Paesaggi, persone. Eventi naturali, il cibo o gli abiti consumati dal lavoro e indossati in speciali occasioni. Un patrimonio culturale materiale e immateriale la cui salvaguardia segue le direttive dell’Unesco. Lo conserva l’Aess, l’Archivio di Etnografia e Storia sociale della Regione Lombardia, fra i più significativi a livello nazionale. Un milione di documenti fotografici, 6mila supporti audio, 30mila documenti orali, 5mila trascrizioni testuali e 2mila musicali, 2.300 documenti multimediali, in gran parte inediti. Qui Davide Van De Sfroos trova ispirazioni per le sue ballate popolari. Questo straordinario patrimonio di immagini sarà accessibile durante la settimana “Archivi aperti“ in concomitanza con la Photo week dal 5 all’11 giugno.

Promosso da Roberto Leydi agli inizi degli anni ’70, l’Archivio si è avvalso della collaborazione di grandi fotografi, da Gabriele Basilico a Ferdinando Scianna, sguinzagagliati su commissione fra valli e posti remoti della Lombardia sulle tracce di una cultura che stava sparendo e che bisognava fissare nelle pellicole. «Cosi negli anni ’70 abbiamo recuperato la storia di un carnevale antico come quello di Bagolino, evento popolare e straordinario perché sono gli abitanti di questo paese di montagna che lo organizzano vestendo i panni degli avi», racconta Renata Meazza, responsabile dell’Aess. Le musiche sono molto particolari e vengono tramandate da generazioni: i «balli di carnevali», con violini e contrabbassi. L'archivio negli anni ha acquisito fondi importanti e messo a disposizione materiali di qualità per diversi musei, come il Mudec. Su Milano ci sono foto del Fondo Scrocchi acquisito nel 2004 dalla Regione Lombardia. Un patrimonio con 10mila supporti tra stampe, negativi su vetro e su pellicola. Numerose le lastre di grande formato e le stampe panoramiche. La Ditta Scrocchi ha prodotto cartoline dalla fine dell’Ottocento fino al Duemila. Attilio Scrocchi è con ogni probabilità il fondatore della casa editrice che aveva sede a Milano in corso Roma 122. C’è poi il reportage di Maurizio Buscarino, 1.300 immagini che raccontano l’arte della Compagnia Colla. Dai magazzini delle marionette alle vecchie armature, dagli antichi fondali ai laboratori di sartoria e falegnameria: si racconta come viene costruito lo spettacolo “Il romanzo della Violetta” fino al suo debutto.

«L’impegno più grande è valorizzare questo immenso patrimonio – spiega l’assessore alle Culture, Identità e Autonomie Cristina Cappellini – il 7 aprile a Palazzo Lombardia faremo un convegno in collaborazione con la Fondazione Treccani sul valore del patrimonio immateriale nelle politiche culturali attuali e future».  In digitale, poi, l’Archivio ha acquisito la ricerca condotta da Paul Scheuermeier in Lombardia. Gli originali sono nell’archivio Ais dell’Università di Berna. Dal 1920 al 1932, il ricercatore svizzero realizza in Lombardia circa 500 fotografie e quasi 300 disegni; raccoglie il dialetto in 50 comuni e villaggi sperduti della montagna e della pianura. È il primo eccezionale archivio sistematico sulla lingua, le tecniche e le condizioni del lavoro agricolo ed artigiano lombardo.   

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