Treno deragliato a Pioltello: "Orribile: la gente scattava foto e non aiutava"

Viaggio di ritorno ieri sera sulla linea della strage e fra i pendolari c’è non solo angoscia ma anche indignazione

Treno deragliato a Pioltello

Treno deragliato a Pioltello

Milano, 27 gennaio 2018 - Abbiamo fatto il viaggio lungo la stessa tratta della strage all’incontrario, ieri sera. Siamo saliti sul regionale – il 10481 – delle 17:36 partito, con un quarto d’ora di ritardo, a Milano Porta Garibaldi e diretto a Cremona. Un treno di nuova generazione: a due piani, con sedili lindi in pelle blu, le toilette che odorano di nuovo e persino le prese elettriche. Ma è quasi deserto. La maggior parte dei pendolari ha preferito andare in macchina perché il servizio ferroviario ha funzionato a singhiozzo per tutta la giornata, con diverse cancellazioni, bus sostitutivi, ritardi che si sono protratti fino a sera.

Davide Bassani, 31 anni, lavora a Milano come sistemista informatico e inizia il turno prestissimo. Era sul treno 10452 che ha deragliato e riconosce subito le due carrozze spente, ancora lì ieri sera quando passiamo a fianco a Pioltello a velocità ridotta. C’è quella di testa su cui lui era seduto che non è uscita dai binari. Non si è procurato alcuna ferita nell’incidente ma si dice «profondamente sconvolto» per quello che ha visto. Non solo per la scena di sangue. «Come ogni mattina, ero salito a Casalbuttano, due fermate dopo Cremona, alle 5:48. Prima di Pioltello ho sentito delle vibrazioni. Poi è arrivata una frenata improvvisa. Quando siamo scesi, dopo 20 minuti, c’era la terza carrozza tutta accartocciata come una lattina, feriti e sangue dappertutto. Ho visto un uomo farsi largo tra il soffitto di lamiere». Ma l’immagine terribile è un’altra: «Non lo dimenticherò mai. Ho visto dei passeggeri che, invece che cercare di dare una mano a chi stava male e chiedeva un aiuto, erano presi a scattare le foto della terza carrozza, la più malandata. Fotografavano con il cellulare la morte come se fosse uno spettacolo da postare sui social. Che vergogna. Che umanità è quella che dimentica il rispetto per le vittime?».

Fausto Lori ha dovuto prendere il bus da Crema ieri mattina per raggiungere Milano: «Chi non ha preso l’auto e poteva permetterselo ha scelto di fare un giorno di ferie. Molti studenti hanno saltato le lezioni all’università. Ecco il motivo per cui non c’è quasi nessuno». I disagi sulla linea li racconta Massimo Lombardi da Treviglio: «Alle 7 del mattino avevano cancellato consecutivamente già tre corse dirette a Milano. In questi casi appena si riesce a salire sul primo treno disponibile si viaggia stipati, come su carri bestiame. Invece sono riuscito a sedermi, con mia grande sorpresa». Forse qualche pendolare non ha preso il treno perché terrorizzato? «Non credo. Chi pensa così sbaglia. I numeri parlano chiaro: la maggior parte degli incidenti si verificano sulle strade, non lungo i binari. Una disgrazia isolata quella appena successa», ragiona Roberto Variano che è sul Garibaldi-Cremona per caso, hanno cancellato il treno diretto a Novara.

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