Tangenti, 14 arresti: l’affare Malpensa terminal tra Lombardia e Calabria

Tra i 14 agli arresti, manager di Ferrovie Nord

Il procuratore aggiunto  Ilda Boccassini

Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini

Milano, 4 ottobre 2016 - Tangenti che arrivavano in aeroporto sui binari del treno. E, come ai tempi di Mani pulite, una sorta di cupola degli affari (stavolta all’ombra della ’ndrangheta), che garantiva lavori edilizi per i diversi aderenti. Arresti scattati per 14 persone accusate di corruzione ma non solo. Secondo la procura, una joint venture di imprenditori lombardo-calabresi sarebbe riuscita con robuste mazzette ad ottenere, fra gli altri, il subappalto dei lavori per il collegamento ferroviario tra il terminal 1 e il terminal 2 di Malpensa. Tra chi avrebbe intascato i soldi (50 mila euro) c’è, secondo l’accusa, anche Davide Lonardoni, manager di Nord Ing, società del gruppo Ferrovie Nord Milano e figlio di Dario Lonardoni, ex direttore generale di Ferrovie Nord tra il 2009 e il 2012 e attualmente assessore nel Varesotto in una giunta di centro-destra. Lonardoni jr. avrebbe favorito gli imprenditori coinvolti insieme a un altro dipendente della società, Massimo Martinelli.

Stando all’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Alessandra Simion, il gruppo finito nel mirino dell’inchiesta si sarebbe avvalso di diverse società operative nel settore dell’edilizia, «aventi contiguità ad un contesto criminale di ’ndrangheta», solo apparentemente prive di legami tra loro poiché dotate di assetti formalmente autonomi, ma che in realtà avrebbero fatto parte di un vero e proprio «sistema» utilizzato per alternarsi nell’aggiudicazione di subappalti con cadenza biennale ed evadere il fisco per 20 milioni. Meccanismo che per l’accusa ruotava attorno all’imprenditore bergamasco ora in carcere Pierino Zanga (definito il “dominus”) e che avrebbe avuto lo scopo di eludere eventuali controlli di natura fiscale. Nell’ambito dell’operazione Underground, coordinata dal procuratore aggiunto della dda di Milano Ilda Boccassini e dal pm Bruna Albertini, il Nucleo di polizia tributaria della Gdf ha eseguito ieri l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti delle persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata «alla commissione di reati di corruzione diretta all’acquisizione di subappalti di opere pubbliche realizzate in Lombardia».

Tra le gare al centro dell’indagine, la più rilevante è quella del prolungamento ferroviario dal terminal 1 al terminal 2 di Malpensa - 3,6 chilometri per un costo di 115 milioni - e finanziato in parte con i fondi europei. In particolare 45 milioni dal ministero Infrastrutture e trasporti, 31 milioni da Regione Lombardia, 23 milioni da contributi Unione Europea, 16 milioni da Sea. Una gara data in appalto da Ferrovie Nord Milano, vinta da Itinera del Gruppo Gavio (non indagata) e avuta in subappalto dal gruppo di imprenditori bergamasco-calabresi grazie - secondo l’accusa - alle agevolazioni offerte da Lonardoni e ricompensate da mazzette. Tra gli arrestati anche Alessandro Raineri, «faccendiere bresciano» che avrebbe millantato alcuni contatti e conoscenze «anche a livello romano» nei suoi rapporti con gli imprenditori e sarebbe stato ricompesato «a fronte del suo asserito interessamento a livello istituzionale» per la «risoluzione di loro problemi di varia natura».

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