In permesso premio non rientra in carcere, preso rapinatore latitante / FOTO e VIDEO

L'uomo stava scontando una condanna a 21 anni per varie rapine. Il gip: "Violento e tentava la fuga"

Rapinatore seriale (frame video telecamere di sorveglianza)

Rapinatore seriale (frame video telecamere di sorveglianza)

Milano, 29 agosto 2016 - È terminata la latitanza di I.M., il rapinatore seriale di 39 anni che lo scorso 23 luglio non aveva fatto rientro al carcere di Opera ( Milano) dopo un permesso premio concesso dal Tribunale di sorveglianza: il suo fine pena era fissato nel 2028.  I carabinieri del comando provinciale di Milano, coordinati dal pm Marcello Musso, lo hanno localizzato, domenica, in zona viale Molise. Quando è stato catturato aveva con sé circa 36mila euro in contanti e un documento d'identità falso e per questo i carabinieri sospettano che il latitante stesse per lasciare il Paese presumibilmente in auto. Il 39enne stava scontando una condanna a 21 anni per varie rapine e, ritornato in libertà, ne ha messe a segno diverse per mantenere la propria latitanza. Nel corso dell'operazione, i militari hanno denunciato a piede libero un paio di soggetti con l'ipotesi di aver favorito la sua latitanza.

A I.M. vengono contestate al momento cinque rapine in altrettante banche compiute armato di taglierino: due tra le 9 e le 9.30 del 25 luglio in zona Porta Romana, e altre tre, sempre in sequenza, tra le 10 e le 11 del 27 luglio scorso in zona Loreto. Ad individuarlo dai filmati delle telecamere a circuito chiuso delle filiali e dalle testimonianze degli impiegati e dei clienti (anche grazie ai suoi vistosi tatuaggi) sono stati i carabinieri della Compagnia Porta Monforte che il 3 agosto scorso hanno consegnato alla Procura del capoluogo lombardo una dettagliata informativa che ha portato all'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del rapinatore seriale. Dato che le rapine gli hanno fruttato a Moccia non più di qualche centinaio di euro, alla luce dei 36mila euro di cui è stato trovato in possesso, gli inquirenti sospettano che possa aver fatto altri colpi.

Per il giudice, che ha accolto la richiesta del pm Marcello Musso, esistono esigenze cautelari di particolare gravità dato che I.M. è "un soggetto evaso, per il quale è di evidente attualità il pericolo di fuga: egli, anzi, già in questo memento è nelle condizioni di dover evitare qualsiasi tipo di controllo, che comporterebbe inevitabilmente il rientro in carcere. È dunque naturale - rileva ancora il gip - che cerchi e cercherà nell'immediato futuro di utilizzare qualsiasi mezzo per sottrarsi alle gravi conseguenze cui, anche per la commissione di nuovi reati, sarà soggetto".

Non solo. E' anche "un soggetto spregiudicato e di indole violenta, che non esita a fare uso di taglierino per procurarsi il denaro di cui ha bisogno, in un caso anche facendosi scudo di uno degli impiegati" di una banca che ha rapinato subito dopo l'evasione "e costringendolo a sbloccargli la bussola" per rubare l'incasso.  Per il gip il rapinatore "potrebbe cercare di avvicinare nuovamente i dipendenti degli istituti di credito per indurli a tacere o a ritrattare quanto già dichiarato". "Ma soprattutto - scrive ancora il gip Stefania Pepe - rilevantissimo appare il pericolo di reiterazione del reato: si tratta di persona gravata da numerosissimi e seri precedenti penali, già detenuto in virtù di un provvedimento di unificazione di pene concorrenti che ha fissato il fine pena per il 2028: è dunque evidente che egli cercherà in ogni modo di procurarsi il denaro necessario per allontanarsi il più possibile dall'Italia ed è certo che tale disponibilità verrà acquisita con ogni mezzo".

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