Ragazza uccisa in casa, tranviere: "Accoltellata dopo che aveva cercato di colpirmi"

Il 39enne fornisce la sua versione al pm Cristiana Roveda e agli uomini della Squadra Mobile di Milano

Alessandro Garlaschi e Jessica

Alessandro Garlaschi e Jessica

Milano, 8 febbraio 2018 - Jessica Valentina Foaro, la 19enne morta nella notte tra martedì e mercoledì, prima di essere uccisa ha cercato di difendersi ma io "ho rigirato il coltello" che aveva in mano contro di lei e "l'ho colpita allo stomaco". È questa la spiegazione data al pm Cristiana Roveda e agli uomini della Squadra Mobile di Milano da Alessandro Garlaschi, il tranviere di 39 anni accusato di aver assassinato la giovane, dopo che aveva opposto resistenza ai suoi approcci. 

Garlaschi, nei cui confronti il pm Roveda ha firmato un provvedimento di fermo, una trentina di pagine, dopo il primo colpo allo stomaco della ragazza ha inferto altre coltellate al petto.  Il corpo di Jessica è stato ritrovato impacchettato nel cellophane e nascosto sotto il divano letto del micro appartamento.  Secondo le informazioni raccolte il giorno dopo l'omicidio, quando gli agenti intervenuti hanno ritrovato la ragazza, il suo cadavere era per metà in un borsone con le gambe rotte, piegate e bruciate, per un tentativo dell'assassino di farlo sparire. L'arma è stata trovata dalla polizia ed è naturalmente la prova regina. Ad avvertire il 118, ieri mattina, è stato proprio Garlaschi, che ha detto di essere ferito alle mani e di avere una persona ferita alla pancia in casa, mentre una seconda telefonata è poi arrivata dalla cognata dello stesso Garlaschi. Il tranviere aveva subaffittato la stanza alla giovane in cambio cure mediche, come si evince dagli annunci che aveva messo sui social network per trovare una persona. Garlaschi non ha spiegato il percheé della discussione con la ragazza: si è limitato a dire che la lite sarebbe nata per il film da vedere insieme. L'uomo è stato interrogato fin a notte fonda e poi è stato trasferito a San Vittore: si trova nel centro osservazione neuropsichiatrica all'interno del centro clinico ed è sorvegliato a vista. 

La squadra mobile è risucita a stabilire che la moglie di Garlaschi è "estranea ai fatti" legati all'omicidio. La donna, lungamente sentita in questura, ha invece collaborato con il marito nella ricerca delle ragazze da ospitare in subaffitto nella loro casa. Forse, consapevole dell'attenzione maniacale del marito nei confronti delle donne, lo faceva per mantenere in piedi il loro matrimonio. La sera prima dell'omicidio, come hanno evidenziato le riprese delle telecamere, si era fatta accompagnare a casa della madre per rimanere a dormire da lei e lasciare l'uomo in casa, consapevole del fatto che sarebbe rimasto da solo con la ragazza. La mattina dell'omicidio, il marito è andata a prenderla dalla suocera ed è stata la stessa donna a chiamare un collega sindacalista per avvertire che Garlaschi non sarebbe andato al lavoro; mentre nel frattempo lui avvisava la famiglia e il suo avvocato di quello che aveva fatto. Sulla scena del crimine, quando sono arrivati i sanitari del 118 oltre al presunto assassino e alla moglie c'era anche la mamma di lei. 

Intanto, è diventato 'commemorativo' l'account Facebook di Jessica. Accanto al suo nome compare oggi la scritta "in memoria di", opzione prevista dal social per le persone defunte. «Speriamo che le persone che amano Jessica Valentina - si legge sulla pagina della ragazza - troveranno conforto nel visitare il suo profilo per ricordare lei e la sua vita". La ragazza entra dunque nel 'cimitero' online, uno spazio virtuale destinato ad accogliere i profili delle persone defunte che in vita si erano iscritte proprio su Facebook. Il Comune di Milano sta invece valutando la possibilità di costituirsi parte civile nel processo. "Stiamo facendo tutte le verifiche - ha spiegato l'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino - per poter far sì che il Comune si costituisca Parte civile nel processo riguardante l'omicidio di Jessica Valentina Faoro, la giovane brutalmente uccisa ieri in via Brioschi. Una ragazza che i nostri servizi sociali conoscevano e hanno seguito fin dalla nascita. Si tratta dell'ennesimo femminicidio di fronte al quale non ci si può girare dall'altra parte. E anche per questo continueremo a investire risorse contro la violenza. Le ragazze e le donne di Milano devono sapere che non sono sole".

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