Poliziotto accoltellato in Centrale: "Noi, sotto choc e barricati in autobus" / VIDEO

Preso 28enne guineano: voglio morire per Allah

Poliziotto accoltellato in stazione Centrale (Newpress)

Poliziotto accoltellato in stazione Centrale (Newpress)

Milano, 18 luglio 2017 - «Mi trovavo in piazza Luigi di Savoia insieme a un collega quando notavo avvicinarci una persona che cominciava a inveire nei nostri confronti...». Inizia così il racconto choc di uno dei due addetti di una società di autobus aggrediti nella tarda mattinata di ieri in Stazione Centrale. Davanti a loro c’è un ragazzo che poi verrà identificato come S.M.D., guineano di 28 anni con svariati precedenti risalenti al periodo in cui stava in Piemonte (nel Cuneese in particolare), una domanda di protezione internazionale bocciata dalla Prefettura di Torino (decisione non appellata e quindi definitiva) e un ordine di espulsione emanato dalla Questura di Sondrio il 4 luglio. Mai mostrato né avuto un documento d’identità. Un fantasma in Italia sin dal suo arrivo, probabilmente nel 2015. Uno dei tanti che si radunano quotidianamente attorno allo scalo ferroviario: a decine bivaccano in piazza Duca d’Aosta e all’ombra degli alberi in fondo a via Ferrante Aporti tra richiedenti asilo e rifugiati ormai diventati senza fissa dimora.

S.M.D. entra in azione poco dopo le 12.30 nell’area di partenza e arrivo dei pullman diretti agli aeroporti di Linate, Malpensa e Orio al Serio: indossa un paio di bermuda beige e una polo bianca a righe rosse e blu, in spalla ha uno zaino e un sacco a pelo giallo. Urla e sbraita, sembra posseduto. «Temendo che potesse farci del male – prosegue a verbale il testimone – aprivamo il pullman e salivamo a bordo, chiudendo immediatamente le porte, e in quel frangente notavo che l’uomo frugava all’interno del suo zaino ed estraeva un coltello che brandiva nei nostri confronti tentando di aprire la porta del pullman». I due, terrorizzati, chiamano il 112. Nel frattempo, il 28enne, «dopo aver urlato nella sua lingua quelli che sembravano insulti e minacce», si allontana con il coltello in mano in direzione Galleria delle Carrozze. Ed è lì, davanti all’area transennata che ne regola l’accesso, che viene intercettato dagli agenti inviati sul posto dall’Ufficio prevenzione generale della Questura. «Notavo – riferisce ancora il dipendente della società di autobus – arrivare una Volante e prendevo contatti con loro, indicando immediatamente l’uomo. In quel frangente, giungevano altre due Volanti, e l’uomo, capendo che stavano cercando lui, abbandonava al suolo il sacco a pelo e lo zaino e brandiva nuovamente il coltello, fronteggiandoli urlando, nonostante i poliziotti si fossero avvicinati parlandogli pacatamente». Niente da fare: Diallo è una furia. Due poliziotti, di 31 e 49 anni, riescono ad aggirarlo e a bloccarlo, ma lui, con uno scatto rapidissimo, sferra una coltellata per uccidere alla schiena; fendente per fortuna completamente attutito dal giubbotto anti-proiettile indossato dal trentunenne, che alla fine se la caverà con lievi escoriazioni alla spalla (provocate dalla caduta successiva e non dalla coltellata) e qualche ora al pronto soccorso del Fatebenefratelli.

Il guineano  viene caricato in macchina e portato in Questura: durante il tragitto farneticherà di volersi «immolare per Allah», anche se al momento le approfondite verifiche dell’Antiterrorismo della Digos paiono tratteggiare il profilo di uno squilibrato in stato di forte alterazione psicofisica piuttosto che il ritratto di un aspirante jihadista stile Tommaso Ismail Hosni. Arrestato con l’accusa di tentato omicidio, D. verrà espulso «al termine della pena detentiva», fanno sapere da via Fatebenefratelli, dove sono arrivati anche i complimenti del Capo della Polizia Franco Gabrielli al questore Marcello Cardona e agli agenti intervenuti in piazza Luigi di Savoia.

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