Candidare Milano per l'Olimpiade? La Lega si spacca. Salvini: "La Raggi ha fatto bene"

Il segretario dice "no" all’ipotesi avanzata dal governatore Roberto Maroni

Paolo Grimoldi (Lega)

Paolo Grimoldi (Lega)

Milano, 24 settembre 2016 - Olimpiadi sì, Olimpiadi no. Dopo il no di Roma all’edizione del 2024, il dilemma su un’eventuale candidatura di Milano nel 2028 o nel 2032 fa discutere e scuote la politica locale.

"Sono contento che l’Italia non abbia le Olimpiadi, sarebbe stato un disastro e uno spreco di denaro pubblico". A dirlo, ai microfoni di Telelombardia, è il segretario nazionale della Lega Nord Matteo Salvini, che riconosce che "ha fatto bene il sindaco di Roma Virginia Raggi a dire no. All’idea di Maroni di Olimpiadi diffuse in Lombardia nel 2028 io dico no. Tutte le città che hanno ospitato grandi eventi come le Olimpiadi stanno ancora pagando coi soldi dei cittadini. Maroni è ambizioso, ma avendo visto i conti economici delle altre città io dico no, la Lombardia lasci perdere le Olimpiadi". Anche il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, ricorda che "tutte le Olimpiadi negli ultimi 20 anni hanno portato problemi economici e bilanci in rosso", ma "nel momento in cui il nostro Paese – aggiunge – vuole candidarsi ad ospitare un’edizione, l’unica possibilità di farlo in modo serio è a Milano e nel territorio lombardo, coinvolgendo altre città". Il segretario aggiunge che "solo un pazzo poteva candidare Roma".

Ma c'è chi la pensa diversamente, come il segretario del Pd lombardo, Alessandro Alfieri. La candidatura di Milano "è un’ipotesi suggestiva ma, almeno per il momento, non mi sembra ci siano le condizioni". Comunque la città "avrebbe tutte le carte in regola, anche perché è reduce da un grande evento come Expo". Secondo Alfieri Raggi e i 5 Stelle "hanno fatto un errore a rinunciare, perché riuscire a gestire bene un grande evento nel rispetto delle regole era la sfida più affascinante per loro".

Nettamente contrario, invece, il consigliere milanese del M5S Gianluca Corrado: "Non è questione di Milano o Roma. Il problema sono le priorità di questo Paese e non c’è investire in un’Olimpiade, ma la lotta alla povertà e gli aiuti alle famiglie". La scelta della Raggi "era l’unica scelta ragionevole".

Dal mondo politico a quello dell’istruzione, il provveditore milanese Marco Bussetti plaude invece all’ipotesi. "Sarebbe l’occasione per rilanciare lo sport nella scuola – riconosce – dargli la dimensione che merita e la stessa considerazione di cui gode in altri Paesi europei".

Sul fronte universitario, il rettore del Politecnico Giovanni Azzone, riconosce che "il progetto sarebbe ambizioso e richiederebbe un lavoro coeso delle istituzioni, ma non sono sicuro che rispetti l’attuale vocazione di Milano e della regione. Milano si sta muovendo come città della cultura e della salute, non può essere città di tutto". Per Azzone, "non si tratta di un’iniziativa «da prendere in modo emozionale, farla solo perché non la fa Roma". Ma in caso di candidatura, anche per il numero uno del Politecnico, "si dovrebbe puntare su un’Olimpiade diffusa sul territorio regionale".

 

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