NICOLA PALMA
Cronaca

Migranti, Minniti chiama i sindaci: "Firmate il patto sull’accoglienza"

Il ministro dell’Interno: sarebbe un bel segnale per tutto il Paese

Marco Minniti

Marco Minniti

Milano, 29 aprile 2017 - Un patto per il futuro tra Governo ed enti locali. Marco Minniti, che si autodefinisce «un ministro dell’Interno che corre», indica la strada che a suo modo di vedere segnerà i prossimi 15 anni: «Dobbiamo lavorare insieme al di là delle diverse storie politiche per costruire un Paese che sappia accogliere, integrare e garantire i principi di sicurezza: questa è la moderna frontiera della democrazia», scandisce nell’aula consiliare del Comune di Sesto San Giovanni. Al suo fianco il sindaco Monica Chittò, davanti a lui i primi cittadini del Nord Milano e i massimi esponenti delle istituzioni locali: dal prefetto Luciana Lamorgese al questore Marcello Cadorna, dal comandante provinciale dei carabinieri Canio Giuseppe La Gala a quello della Finanza Paolo Kalenda e all’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza. Città-simbolo Sesto: qui è stato ucciso l’attentatore di Berlino Anis Amri la notte del 23 dicembre dagli agenti della «volante Unità d’Italia» (la patriottica definizione di Minniti); qui sorgerà una moschea da 480 metri quadrati per 600 persone.

Due temi, quello del terrorismo e dell’immigrazione, da non mettere in correlazione, sottolinea Minniti: «Non credo a quel rapporto, credo sia sbagliato e profondamente scorretto». Detto questo, il tema immigrazione c’è eccome. Il ministro ne è consapevole: «È un fenomeno epocale, e ho diffidenza nei confronti di chi dice che il problema si può risolvere in quattro e quattr’otto». Il fenomeno va gestito, spiega Minniti, lavorando su più fronti: dagli accordi con gli Stati del Nord Africa, Libia in testa, alla strategia dell’accoglienza diffusa sul maggior numero di Comuni possibile per evitare situazioni-limite come l’hub di Bresso con 500 ospiti. Il ministro ribadisce la necessità di superare la logica dei grandi centri «poco inclini all’inclusione», puntando invece su una microdistribuzione sul territorio in modo «limpido e chiaro»: «Se ogni Comune accogliesse una quota di migranti, il problema sarebbe risolto, ma invece solo la metà lo fa». E nell’Area metropolitana milanese ancora meno: una quarantina su 134. Da settimane il prefetto Luciana Lamorgese sta cercando la massima condivisione dei sindaci sul protocollo per la gestione dell’emergenza arrivi: «A lei va il mio incoraggiamento per il lavoro che sta facendo: se tutti accettassero quel patto, sarebbe un segnale per il Paese». L’ennesimo modello Milano da esportare nel resto d’Italia. I prossimi giorni si annunciano decisivi.

nicola.palma@ilgiorno.net

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