Botte all’asilo, maestre alla sbarra. Ma anche il Comune dovrà risarcire

Milano, per i maltrattementi sui bimbi chiamato in causa Palazzo Marino

I bambini erano stati strattonati  e trascinati sul pavimento

I bambini erano stati strattonati e trascinati sul pavimento

Milano, 16 dicembre 2017 - Non se la potrà cavare solo chiedendo i danni alle sue maestre. Il Comune di Milano entra anche come responsabile civile nel processo a carico di due educatrici e di una dirigente dell’asilo comunale in zona Maciacchini dove, tra l’ottobre 2015 e l’aprile 2016, sarebbero avvenuti maltrattamenti con calci, schiaffi, strattoni e spinte ai danni di una decina di bambini ospiti della struttura. In caso di condanna delle imputate, insomma, sarà Palazzo Marino a dover mettere mano al portafoglio per risarcire le famiglie dei bimbi.

Lo ha deciso il giudice Paola Braggion della nona sezione penale del tribunale, che ha accolto la richiesta di citazione per eventuali danni da riconoscere, avanzata dall’avvocato Silvia Belloni, che assiste undici famiglie che si sono costituite parti civili nel dibattimento a carico delle tre donne. Le due maestre e la dirigente della struttura sono imputate, a vario titolo, per maltrattamenti, lesioni personali, abuso dei mezzi di correzione e di disciplina e favoreggiamento.

Nella ricostruzione del pm Gianfranco Gallo, una delle due educatrici «in più occasioni» avrebbe strattonato e trascinato sul pavimento un bambino «tenendolo per le braccia e urlando a strettissimo contatto con le orecchie del minore» e, in un altro caso, avrebbe colpito un bambino «con uno schiaffo e un calcio». Un’altra maestra è invece accusata di avere fatto sbattere una piccola di pochi anni «con la testa contro il muro (o una porta) cagionandole lesioni personali consistite in un ematoma sul capo». Comportamenti denunciati a suo tempo da un’altra educatrice della scuola, che inoltrò la segnalazione al settore Infanzia del Comune. Da lì l’immediata reazione: spostamento in un ufficio dell’insegnante nel mirino, avvio di un procedimento disciplinare e richiesta di visita sanitaria per accertarne l’idoneità alla professione, dato il sospetto che la 51enne avesse problemi con l’alcol. A ottobre arrivò il via libera del medico del lavoro, che di fatto costrinse l’amministrazione a trasferire la donna in un asilo più grande (per mettersi al riparo da possibili cause per demansionamento) con funzioni di supplente e mai a strettissimo contatto con gli alunni.

Provvide il Tribunale a sbloccare la situazione: indagini chiuse in tempi veloci - anche grazie alle immagini girate nei locali della scuola materna, che sembrano non lasciare dubbi sulla dinamica dei fatti - rinvio a giudizio e misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici per 12 mesi nei confronti delle maestre. Misura negata, invece, per la preside della scuola, iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento: secondo gli investigatori avrebbe cercato di «coprire» la condotta della maestra. Si torna in aula il prossimo 16 aprile.

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro