"Bimbi maltrattati a scuola": maestra sospesa, rischia il processo / VIDEO

In una primaria della periferia ovest: nel mirino ragazzini di 6 anni

Immagine ripresa dalle telecamere dell'aula in cui insegnava la maestra

Immagine ripresa dalle telecamere dell'aula in cui insegnava la maestra

Milano, 20 ottobre 2016 - Le urla a squarciagola si sentivano dalla strada (e pure nelle aule adiacenti): "Adesso basta... siamo arrivati alla canna del gas". Le vessazioni erano continue: "Guardategli la faccia... Se lo guardate cosa vi viene voglia di... di sputargli addosso?", il beffardo interrogativo rivolto alla classe di piccoli allievi. Sì, perché stiamo parlando di una seconda elementare di una scuola della periferia ovest di Milano. E i bambini presi di mira – tra il 2009 e l’inizio del 2016 – dalla "maestra cattiva" avevano tra i 6 e i 9 anni all’epoca dei fatti.

Quella docente, sessantenne milanese, non insegna più in quella primaria. O meglio, non insegna più, almeno per il momento, visto che le è stata affibbiata la misura cautelare interdittiva della sospensione per un anno dal pubblico ufficio. E tra qualche settimana si ritroverà davanti al giudice dell’udienza preliminare: la prof rischia il processo per l’accusa di maltrattamenti, con le aggravanti di aver commesso i fatti con abuso di potere, violazione dei doveri inerente la pubblica funzione di insegnante e ai danni di minori di un istituto scolastico.

Le indagini degli agenti della IV Sezione della Squadra mobile, coordinati dal pm Cristina Roveda, partono nel 2015 a seguito delle denunce di alcuni genitori, che riportano agli investigatori le confidenze dei figli e soprattutto la loro paura di andare a scuola la mattina. L’inchiesta è delicatissima, e passa necessariamente dalle audizioni protette – e a sorpresa "al fine di preservare la genuinità del racconto" – delle vittime (alcune nel frattempo hanno cambiato istituto): con estrema sensibilità, i poliziotti chiedono ai piccoli di parlare di quello che succedeva in aula. Le conferme arrivano. Quindici giorni di intercettazioni ambientali a cavallo tra novembre e dicembre dell’anno scorso fanno il resto: i riscontri ci sono, almeno a giudicare dagli eloquenti filmati registrati dalle telecamere; nonostante, è il sospetto degli inquirenti, a un certo punto la maestra abbia provato a cambiare atteggiamento causa fuga di notizie.

A quel punto, il pm chiede la sospensione immediata della maestra – prima della conclusione degli approfondimenti investigativi che porteranno alla richiesta di rinvio a giudizio – ma il gip la nega, non ravvisando "un ricorso sistematico a metodi violenti o comunque sproporzionati rispetto alle finalità correttive perseguite"; il giudice, che comunque ritiene "urgente" un intervento da parte del dirigente scolastico per "richiamare all’ordine l’indagata", consiglia "il pensionamento anticipato in ragione della sicura natura usurante del lavoro svolto". Verdetto ribaltato dal Tribunale del Riesame, che il 17 maggio scorso accoglie l’appello del pm e dispone la sospensione per 12 mesi dall’insegnamento. Tre settimane dopo, arriva la richiesta di rinvio a giudizio per maltrattamenti. L’udienza preliminare è in programma nella seconda settimana di novembre. nicola.palma@ilgiorno.net

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