Fiumi di alcol ad Halloween: "Solo una scusa per ubriacarsi"

Dal Ticinese al Corvetto, drink e tappeti di bottiglie

Due giovani bevono in metropolitana

Due giovani bevono in metropolitana

Milano, 2 novembre 2017 - Altro che carnevale gotico e notte più paurosa dell’anno. Ad Halloween è rimasto appiccicato solo il nome. «Travestirsi? L’ultima volta sarà stato dieci anni fa. Ma allora ero piccolo, le bambinate non m’interessano più» spiega candidamente l’universitario Giacomo F., 19 anni, con la sua compagnia a spasso lungo la Darsena. L’impressione, camminando per la città, è che la ricorrenza importata dall’America sia diventata solo occasione per una sbornia «colossale». Il 90% dei più giovani che incontriamo tra Ticinese e Duomo, come tra piazzale Lodi fino Corvetto, non indossa alcun costume. Al bando, in centro come in periferia, maschere, mantelli da vampiro e look da strega, diventati una «divisa» solo per i dipendenti dei locali. Il vero rito unificante di Millennials e Post-Millennials è uno solo: ubriacarsi fino a stordirsi. L’imperativo è bere dal collo della bottiglia che ci si passa di mano, come se fosse la sacra pipa degli indiani. Non solo birra o vino ma anche rum e vodka, spesso associati a bibite gassate o succhi di frutta.

Trovare le bottiglie? Non è un problema: in tutta Milano da tempo sono sbucati come funghi i minimarket aperti tutta notte, gestiti perlopiù da cingalesi e indiani, sudamericani o nordafricani. Con un’insegna gialla e anonima - si chiamano sempre «alimentari» o «minimarket» - sembrano la versione etnica dei 7 Eleven statunitensi: concentrano in un locale dalle dimensioni minuscole lo scatolame più vario. Solo uno schermo. Il vero affare di questi commercianti sono alcolici e superalcolici che spesso finiscono in vetrina. Per attirare clienti. Ecco il listino: al minimarket di viale D’Annunzio si porta via una birra Tennent’s da 33 cl a 3 euro, una bottiglia di vino a 9 euro. Si vende a tutti, senza troppe storie. Luca Miele, responsabile del locale Vista Darsena a pochi metri di distanza, non commenta la concorrenza ma dice: «Sebbene non sia più tenuto a versare i drink in bicchieri di plastica, come quando era in vigore l’ordinanza anti-vetro, lo faccio comunque perché adoro i Navigli e non mi piace vederli coperti da tappeti di bottiglie».

Spostandosi verso la zona sud est della città, la situazione peggiora: tra piazzale Lodi e piazza Gabrio Rosa si contano otto esercizi etnici che vendono alcolici giorno e (soprattutto) notte. Tra i clienti, giovanissimi in fila per entrare alla discoteca Time di via Massarani, dove la notte di Halloween erano assiepati sul marciapiede oltre 300 ragazzi, vestiti come un sabato sera qualunque. Anche minorenni, tutti in «religiosa» attesa di vedere un idolo hip hop: Achille Lauro. Più di un ragazzo però non ha resistito alla tentazione alcolica, facendo shopping negli store etnici in zona Brenta. I prezzi qui sono in caduta libera: Heineken e Moretti da 66 cl vendute a 1,50 euro; Chardonnay Igt del Pavese a 3,50. I residenti di corso Lodi denunciano da tempo i fiumi di alcol che scatenano risse e vandalismi, con marciapiedi e giardini usati come toilette. Il Municipio 4 ha approvato a larga maggioranza una delibera per sollecitare il sindaco a un’ordinanza che vieti la vendita di alcol dopo le 22. Finora, rimasta inascontata.

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