Ema a Milano: occhio all’asse Merkel-Macron

Maroni in aula analizza la corsa all'Agenzia del farmaco

Roberto Maroni

Roberto Maroni

Milano, 29 luglio 2017 - L'asse franco-tedesco potrebbe mettersi di traverso e complicare la corsa di Milano per diventare la sede dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) dopo la Brexit. Il governatore Roberto Maroni, ieri in Consiglio regionale, ha detto di non essere «pessimista» ma anzi «moderatamente ottimista» sull’arrivo dell’Ema a Milano. Tuttavia, ha aggiunto, «mi risulta che Macron abbia fatto un accordo con la Merkel per mandare l’Ema a Bratislava». E «se preverrà» la logica politica, «noi non abbiamo alleati, e questo mi preoccupa».

Per Maroni l’alleanza tra Parigi e Berlino rafforza le candidature alternative di Bratislava, Copenaghen, Bonn, Porto e Vienna. «Al momento – ha ricordato il presidente – sono 21 le città che avrebbero avanzato la candidatura. Sarà da fare una trattativa in sede Ue, difficile e complicata. L’azione del Governo è fondamentale, per questo ringrazio il presidente del Consiglio Gentiloni per essere venuto a Milano e averci messo la faccia». Una partita molto complicata, nonostante secondo il governatore «per molte ragioni Milano è la candidata ideale».

Tra i punti  di forza del dossier ci sono le infrastrutture. Milano, infatti, vanta un sistema stradale, ferroviario e aeroportuale che le consente di essere facilmente raggiungibile da ogni angolo d’Europa e non solo. Poi offre opportunità di scolarizzazione multilingue e a orientamento europeo per rispondere alle esigenze di scuole per i figli dei dipendenti Ema. Milano è un luogo ideale per le famiglie dei dipendenti dell’agenzia: sicurezza sociale, assistenza sanitaria, opportunità di lavoro e di svago. Altro punto su cui insisterà l’Italia: Milano non ospita altre agenzie europee, e la vicinanza con Parma (sede dell’Autorità europea sulla sicurezza alimentare) è un vantaggio. Palazzo Pirelli, dove è ipotizzato di ospitare l’Ema, «è una struttura già esistente e adattabile in breve tempo alle esigenze dell’agenzia». Se la candidatura andasse a buon fine, si dovrà trovare una nuova sistemazione al Consiglio regionale. «Entro il 30 settembre – ha detto Maroni – dovrebbe esserci una short list con le 4-5 città migliori per l’Ema. Se Milano ci sarà, potremo iniziare a valutare dove spostare la sede del Consiglio. Propongo da inizio ottobre un gruppo di lavoro per valutare varie ipotesi, non esclusa quella di Palazzo Lombardia, se ci sono gli spazi».

Il presidente  dell’aula lombarda, Raffaele Cattaneo, ha sottolineato che nel caso «occorrerà trovare una sede adeguata al Consiglio regionale, sia se provvisoria sia se temporanea». E ha suggerito di «non escludere di realizzare un edificio nuovo in prossimità della sede della Giunta». Nell’opposizione, il capogruppo del Patto civico, Roberto Bruni, sottolinea: «Su una partita così importante non possiamo che rilevare il dato positivo dell’unità di intenti tra Regione, Comune e Governo».

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