"All'Einstein nacque l’idea degli Elii". Il cantante ricorda il suo liceo / FOTO

La scuola compie 50 anni. Ieri la festa. Tra i suoi ex studenti, Stefano Belisari, il frontman di Elio Storie tese. Per lui, diploma nel 1980

Stefano Belisari, in arte Elio

Stefano Belisari, in arte Elio

Milano, 6 novembre 2016 - Vuoi mettere una classe con Elio – ma allora era soltanto Stefano Belisari – e l’architetto Mangoni? Se aggiungiamo che in quella classe c’era anche Marco Conforti, fratello di Rocco Tanica e che, soprattutto, "l’idea del gruppo mi venne in classe", come dice il frontman delle Storie Tese (nonché giudice di "Strafactor"), ecco che si può far risalire al liceo scientifico Einstein la primogenitura di Elio e le Storie Tese. Ieri sera il liceo ha festeggiato i 50 anni e Belisari/Elio (che un mese fa ha mandato un video di auguri) non è riuscito a partecipare. Ma ecco i suoi ricordi del liceo.

Stefano Belisari o Elio, cosa le è rimasto dell’Einstein? "Tanti amici. Ogni tanto per caso rincontro i miei compagni. E poi eravamo nella stessa classe io, Mangoni e il fratello di Sergio Conforti, in arte Rocco Tanica, attualmente nostro manager".

Che scuola era? "Non facile. Negli anni in cui tutti non andavano mai a scuola, per sciopero o autogestione, noi eravamo gli unici sempre in classe".

Enrico Ruggeri, berchettiano, per il centenario del liceo ci aveva parlato di un preside di ferro all’Einstein. "Enrico Giorgiacodis. Diciamo che era un preside che faceva funzionare la scuola, con le associazioni e varie iniziative".

È vero che all’Einstein nasce l’idea degli Elii? "Certo, proprio in classe mi è venuta l’idea. Ma suonare dentro l’istituto era impossibile".

Suonava già? "Contemporaneamente andavo alla scuola civica di musica. Ma il gruppo sarebbe nato uno o due anni dopo. E il nome mi sarebbe venuto in mente sempre sui banchi ma al Politecnico. Invece di stare attento mi facevo i c... miei. La scuola non è stata inutile".

Docenti particolari? "La professoressa Spera, di latino, l’ho rincontrata qualche mese fa, sempre in grande forma. Poi la Croci, lettere, credo fosse moglie di una vittima di piazza Fontana. Erano buoni professori".

Cosa ricorda della maturità? "Purtroppo l’anno prima da noi c’era stato il record di “60’’ (ndr allora il voto massimo) e i commissari, quasi tutti esterni, abbassarono i voti di default, così, per simpatia. Sono uscito con un voto inferiore al “50’’. Inoltre per l’esame mi sono perso le Olimpiadi".

Come? "Era il 1980, la mia famiglia era andata a Mosca a seguire i Giochi olimpici, quelli dell’oro di Mennea. Io a Milano con la tv. Comunque tornarono con la diarrea...".

E i suoi compagni? "Quasi tutti hanno avuto un percorso nella vita di successo, una in America a fare il medico ricercatore, un’altra lavora per la Nasa. Quando finisci la scuola, resta per sempre una forte amicizia".

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