Da cervello in fuga a docente tappabuchi. E ha vinto il concorso

Raffaella Bianchi ha insegnato solo tre settimane alla Cadorna. Ora il suo posto è andato a un maestro riammesso dal Tar. Per l'insegnante solo supplenze brevi. La graduatoria non è ancora uscita

Raffaella Bianchi

Raffaella Bianchi

Milano, 27 ottobre 2016 - Tornare in Italia dopo dieci anni di formazione e insegnamento in università internazionali. Vincere il concorso per insegnare alle elementari. Trovare, in attesa della pubblicazione della sospirata graduatoria, una cattedra alla scuola Cadorna di via Dolci. E, dopo sole tre settimane, essere sostituiti per cominciare a fare da tappabuchi, due giorni in una scuola, un giorno in un’altra, nonostante le famiglie scendano in piazza per te, come aveva raccontato Il Giorno. Non è un bello sponsor né per la riforma della Buona Scuola né per il rientro dei cervelli in fuga la vicenda di Raffaella Bianchi, fino a settimana scorsa insegnante di italiano nella quinta B dell’elementare di zona San Siro.

Quando ha saputo che non avrebbe più insegnato alla Cadorna? "Venerdì scorso, il giorno dopo avere conosciuto le famiglie per la prima volta spiegando i miei metodi e i progetti e presentando l'ipotesi di partecipare a un concorso di fumetti. Al mio posto sarebbe arrivato un docente inserito in graduatoria grazie al Tar del Lazio. Siamo il Paese dove il ricorso conta più del merito".

Perché non era in graduatoria? "Perché, dopo la laurea in Storia moderna alla Statale, ho vissuto per 11 anni, tra master, dottorato e lavoro in Inghilterra e Turchia, dove ho cominciato a insegnare in università. Poi, visto quanto successo in Turchia di revente, ma anche per motivi personali, ho deciso di rientrare. Negli atenei le porte sono chiuse. Ma ho diploma magistrale considerato abilitante e ho maturato esperienza in classe con i bambini alla Dante Alighieri Society. Così ho colto l’opportunità del concorso".

Superato? "Con “28’’ agli scritti, superati in Lombardia solo da 1.600 dei 17mila candidati, e “40’’, il massimo, agli orali. Solo che la graduatorie non sono uscite. Le commissioni hanno lavorato bene, gli elaborati erano tanti. Ma le informazioni sul concorso sono sempre arrivate con il contagocce. E ora sono frammentarie. Finché non si concluderanno le procedure in altre regioni, non uscirà nulla".

Nel frattempo ha ottenuto una supplenza alla Cadorna. "Una cattedra in quinta B fino all’avente diritto. Avevo dato la mia disponibilità. Il posto era vuoto. La graduatoria esaurita. Una scuola multietnica: un’esperienza stimolante per una che ha vissuto all’estero. Una classe con qualche bambino disabile. Una situazione non semplice anche perché finora avevano avuto 14 supplenti in quattro anni. Ma dopo alcuni giorni avevo preso la mano, i bimbi mi seguivano. Ed è arrivata la doccia fredda. Alla faccia della continuità didattica. I ragazzi si sono sentiti abbandonati. Quando ho spiegato che me ne sarei andata, pensavano fosse colpa loro".

E avanti con il quindicesimo maestro. A fine ottobre. "Sto valutando se presentare ricorso. La situazione danneggia innanzitutto gli alunni e le loro famiglie. Per questo sono scesi in strada a protestare".

Ora che fa? «Ho ottenuto una supplenza di tre giorni ad Abbiategrasso, poi girerò l’hinterland, destinata ad altre scuole. Spostamenti sempre a mie spese. Ma devo stare qui a sperare che gli altri si ammalino? E aspetto la graduatoria del concorso. Non posso continuare così: non si può vivere nell’incertezza. L’anno scorso, dopo le prime supplenze brevi, con i pagamenti che non si sapeva quando sarebbero arrivati, sono tornata a insegnare all’università in Inghilterra. Ora vorrei avere un’idea più certa sul mio futuro. Nelle scuole private, con la mia esperienza e il mio titolo, avrei le porte spalancate, ma io voglio lavorare per la scuola statale".

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