Giallo, turista spagnolo ferito sui binari: salvo per caso, ma rischia la paralisi

A Milano per un addio al celibato con alcuni amici. Colpito alla testa non ricorda nulla. Il padre: "Voglio la verità per mio figlio"

Daniel Rodriguez Rodriguez

Daniel Rodriguez Rodriguez

Milano, 22 maggio 2017 - «Voglio sapere cos’è successo, voglio giustizia per mio figlio». Il padre di Daniel Rodriguez Rodriguez continua a ripeterlo da giorni. Seduto al capezzale del figlio di 27 anni, ricoverato all’Unità spinale del Niguarda: rischia di perdere l’uso delle gambe e di rimanere per tutta la vita su una sedia a rotelle. A giudicare dalle dichiarazioni che papà Rodriguez ha rilasciato nei giorni scorsi a quotidiani e radio spagnole, la famiglia del giovane ricercatore andaluso ritrovato incosciente lo scorso 30 aprile sui binari della stazione di Porta Garibaldi è convinta che sia stato vittima di un’aggressione.  Al momento, però, gli investigatori della Squadra mobile che stanno indagando sul caso non hanno certezze sulla dinamica dei fatti: non escludono affatto il raid violento, intendiamoci, però lo considerano solo una delle ipotesi al vaglio. E gli approfondimenti in corso serviranno proprio a capire com’è andata quella notte.

Partiamo dalle certezze. Daniel, ingegnere originario dell’iberica Motril, ricercatore all’Istituto di Fisica di Valencia con un promettente futuro davanti (era atteso in Cina a metà maggio per una conferenza), arriva a Milano per il ponte del primo maggio con una comitiva di 20 amici: il gruppo di giovani, quasi tutti provenienti da Motril, vuole approfittare della mini-vacanza per festeggiare l’addio al celibato di uno di loro che presto si sposerà. È stato Daniel a suggerire il soggiorno sotto la Madonnina: ci è già stato, conosce i posti giusti dove divertirsi. Uno è l’Alcatraz, e il 29 aprile la comitiva decide di andare a far serata proprio in via Valtellina. A notte inoltrata, gli altri ragazzi si accorgono dell’assenza dell’amico, ma all’inizio, riferisce il padre, pensano sia tornato da solo in albergo. 

Non è così purtroppo. La mattina dopo, ecco la drammatica notizia: il 27enne è ricoverato in gravi condizioni al Niguarda, non muove più le gambe e non ricorda nulla. È stato il macchinista di un treno in entrata a Porta Garibaldi a notare il suo corpo steso tra i binari: in particolare, sarebbero state le scarpe di colore rosso calzate dal 27enne ad attirare l’attenzione del ferroviere e a dargli la possibilità di arrestare la marcia del convoglio giusto in tempo. Daniel è in stato di incoscienza, perde sangue dalla nuca e presenta graffi evidenti sul collo: i sanitari del 118 lo caricano in ambulanza e lo trasportano al Niguarda, dove verrà operato d’urgenza per le fratture cervicali multiple; dopo qualche giorno, l’ingegnere viene spostato dalla Neurorianimazione all’Unità spinale. La famiglia vorrebbe riportarlo in Spagna, impresa tutt’altro che agevole: da quella sciagurata mattina, il 27enne è inchiodato a un letto; muove a stento le braccia e rischia di rimanere tetraplegico.

Come si è ridotto in quelle condizioni? Come detto, tutte le piste investigative restano aperte. A cominciare da quella accidentale: Daniel – magari un po’ alticcio, disorientato e perso in una città che non conosce bene – viene urtato da un treno in banchina e sbalzato con violenza sui binari. A tal proposito, gli agenti della Polfer stanno eseguendo una serie di ispezioni tecniche sui convogli che potrebbero essere stati coinvolti. E poi c’è l’ipotesi del pestaggio, magari dopo un litigio fuori dal locale: in questo caso, gli aggressori avrebbero picchiato Daniel («Con una mazza», arriva a dire il padre) e poi l’avrebbero trascinato fino a Porta Garibaldi, che dista un chilometro da via Valtellina. Al setaccio le immagini delle telecamere della zona: gli agenti della Mobile, coordinati dal pm Francesco Cajani, esamineranno i filmati fotogramma per fotogramma. C’è un padre che pretende chiarezza.

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