Aggressioni con l'acido, Magnani chiede i domiciliari. Pm: "Pericolo di fuga"

I legali hanno chiesto nei giorni scorsi di concedergli la detenzione domiciliare a casa della madre. Ora sarà il gip a decidere

Andrea Magnani scortato dalla polizia penitenziaria a Milano

Andrea Magnani scortato dalla polizia penitenziaria a Milano

Milano, 29 marzo 2016 - Ha chiesto la scarcerazione Andrea Magnani, il presunto complice della cosiddetta 'coppia diabolicao' già condannato a 9 anni e 4 mesi nel processo che lo ha visto imputato insieme a Martina Levato (condannata a 20 anni) per alcune aggressioni con l'acido compiute a Milano tra novembre e dicembre 2014. I suoi legali, gli avvocati Guido Guella e Andrea Etteri, hanno chiesto nei giorni scorsi di concedergli la detenzione domiciliare a casa della madre. 

Durante il procedimento in abbreviato davanti al gup Roberto Arnalsi, il bancario aveva ammesso di aver partecipato a tutti gli agguati messi a segno da Alex e Martina dichiarandosi tuttavia inconsapevole delle loro intenzioni criminali. Il suo è comunque stato un ruolo 'secondario' all'interno della cosiddetta 'banda dell'acido', secondo i due legali che nell'istanza insistono in particolare sull'insussistenza delle esigenze cautelari per il bancario. Sarà lo stesso gip Arnaldi a decidere se accogliere o respingere la richiesta di concessione degli arresti domiciliari che nel frattempo ha già incassato il parere 'assolutamente contrario' del pm Marcello Musso.

Secondo il magistrato che ha condotto le indagini, infatti, il bancario deve restare in carcere. Nei suoi confronti sussistono tutte le esigenze cautelari: il pericolo di inquinamento delle prove nel "processo ancora in corso (il 7 aprile prenderà il via il procedimento di secondo grado per lui e l'ex bocconiana), con eventuali testi da risentire". Il pericolo di fuga insieme alla moglie che "è straniera". Ma soprattutto, secondo il pm Musso che lo sottolinea nel suo parere, Magnani potrebbe delinquere ancora: il rischio di reiterazione del reato è concreto poichè "si paventano le partecipazioni a gruppo politici che esercitano la violenza". Erano stati i difensori di Alex, sotto processo in ordinario davanti ai giudici dell'undicesima sezione penale di Milano (la sentenza è prevista in settimana), a parlare inn aula di contatti tra Magnani e personaggi dell'area antagonista legati alla sinistra estrema. Nel parere, Musso si richiama anche alla lettera-memoriale scritta da Martina nei giorni scorsi per prendere le distanze dall'(ex) amante: dichiarazioni, secondo il magistrato, "rivolte ad accusare Boettcher e non a scagionare Magnani, sempre indicato come il terzo complice". 

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