Ex calciatore ucciso: madre e figlio sentiti in carcere dal giudice

Milano, a San Vittore l'interrogatorio di convalida del fermo di Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello

Il bidone di metallo dove è stato trovato il cadavere (Ansa)

Il bidone di metallo dove è stato trovato il cadavere (Ansa)

Milano, 16 dicembre 2017 - Si terrà domani mattina, domenica 17 dicembre, nel carcere milanese di San Vittore davanti al gip Livio Cristofano l'interrogatorio di convalida del fermo di Raffaele Rullo e di sua madre Antonietta Biancaniello, i due fermati per l'omicidio e la soppressione del cadavere dell'ex calciatore Andrea La Rosa. Al termine dell'interrogatorio, il giudice deciderà sulle richieste di convalida del fermo e di misura cautelare in carcere avanzate dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco.

Stando alle indagini madre e figlio (Rullo, difeso dall'avvocato Giovanni Di Martino e Biancaniello, difesa dall'avvocato Stefano Previtali) avrebbero premeditato il delitto. La 59enne era stata bloccata il 14 dicembre dai carabinieri sulla Milano-Meda, mentre nel bagagliaio dell'auto aveva il bidone con il corpo di La Rosa. Ai militari aveva ha detto: "Dentro c'è gasolio". Secondo gli inquirenti erano pronti a sciogliere il cadavere dell'ex calciatore usando 24 flaconi di acido, sequestrati dagli investigatori in un garage di Seveso in uso a Rullo. Le indagini, coordinate dall'aggiunto Fusco, erano partite immediatamente dopo la scomparsa di La Rosa un mese fa. La Rosa e Rullo - a presentarli anni fa era stata la fidanzata della vittima - si erano incontrati in un Mac Donald's di viale Certosa, dove l'ex calciatore era arrivato con ottomila euro nei calzini da dare all'amico, al quale aveva già dato 30mila euro, mai restituiti. I due avrebbero dovuto vedersi nel pomeriggio a Brugherio (Monza Brianza), ma Rullo aveva posticipato l'appuntamento dicendo all'amico di volergli presentare sua madre, convincendolo poi a seguirlo a Quarto Oggiaro e a casa della mamma. Mentre guidava La Rosa, tra l'altro, avrebbe chiamato un amico, dicendogli "se mi rapiscono sai dove sono, per quell'operazione che ti ho detto, poi ti spiego, ma dove ... mi stanno portando", forse riferendosi a un affare per l'acquisto di un'auto, giro losco in cui Rullo si sarebbe infilato.

Il cellulare di Andrea da quel momento ha smesso di essere attivo, salvo per tre messaggi WhatsApp inviati alla fidanzata il 15 novembre «Azz», «ho sonno» e «dopo chiamami», che la donna ha spiegato non essere parole utilizzate abitualmente dalla vittima e che per la Procura sono stati mandati da Rullo. Già sentiti dagli inquirenti come persone informate sui fatti, madre e figlio avevano fornito "versioni contrastanti e reticenti". Biancaniello, in particolare, presentatasi di sua spontanea volontà ai carabinieri, aveva dichiarato di aver visto La Rosa salire su un'auto ed allontanarsi da sotto casa sua dopo un colloquio con il figlio. Nell'interrogatorio del 14 dicembre si è presa la colpa cercando di scagionare il figlio che ha continuato a negare. Due le ricerche effettuate sul computer da Rullo che hanno insospettito gli inquirenti, una su «"ome sciogliere un corpo nell'acido" che il 35 enne ha giustificato con "una chiacchierata tra colleghi sulla morte del figlio del pentito Di Matteo" e, la notte tra 14 e 15 novembre, "come calcolare il volume di un corpo". Poi gli acquisti di un bidone di metallo, flaconi di acido e motosega.

 

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