Vittima di bullismo a 6 anni. "E i docenti non capivano"

L'ultimo arrivato al Centro disagio giovanile e adolescenziale del Fatebenefratelli si chiama Matteo (nome di fantasia) e ha nove anni

I casi di bullismo si moltiplicano anche a causa della versione cyber

I casi di bullismo si moltiplicano anche a causa della versione cyber

Milano, 24 gennaio 2017 - L’ultimo arrivato al Centro disagio giovanile e adolescenziale del Fatebenefratelli si chiama Matteo (nome di fantasia) e ha nove anni. Ha iniziato ad essere vittima di bullismo già in prima elementare e i soprusi andavano avanti da più di due anni, quando i genitori poche settimane fa si sono rivolti alla struttura a cui ogni anno arrivano circa 1.200 segnalazioni. In media, quattro al giorno. Matteo frequenta una scuola elementare dell’hinterland milanese ed è stato isolato, deriso e percosso dai compagni. Dal Centro fanno sapere che questa situazione «ha creato al bambino anche un cattivo rapporto con il cibo». Gli insegnanti non hanno intuito il malessere e hanno cercato di spingerlo a mangiare, «peggiorando le cose». Ora, da poco più di un mese, Matteo frequenta il Centro e si spera che questo possa aiutarlo a risolvere i problemi. Ma il suo non è l’unico caso. Il direttore del dipartimento Materno-Infantile dell’ospedale Fatebenefratelli-Sacco, Luca Bernardo, cita il caso di una ragazzina di 14 anni presa in carico qualche mese fa. La giovane «era stata presa di mira da alcuni coetanei, che la invitano a uscire e poi la isolavano e aggredivano». Dopo diversi episodi la 14enne si era chiusa in casa. «È arrivata in cura da noi circa quattro mesi fa», spiega Bernardo. «Sta seguendo un percorso psicologico e psicoterapeutico da un lato e dall’altro una ‘palestra’ di autostima e autodifesa», dove tra le varie cose si insegna «una certa postura e tonalità per non essere preda dei bulli». E si sta sviluppando un’azione «non solo sulla ragazzina ma anche su famiglia e scuola».

In tutto il 2016, sottolinea il direttore, «al Centro sono arrivati 1.200 casi e l’80% erano situazioni nate sul web». Bullismo e cyberbullismo «sono costantemente in aumento, basti pensare che il primo anno che nel 2009, primo anno di rilevamento, i casi che ci erano arrivati erano circa 300». E tra il 2015 e lo scorso anno c’è stato un incremento dell’8% per quanto riguarda il cyberbullismo. Ieri, in una conferenza stampa, Bernardo ha voluto ribadire il suo appoggio alla legge regionale di contrasto al bullismo. «È importante perché è la seconda in Italia, dopo quella del Lazio, ma a differenza della prima ha la capacità di adattarsi ai tempi di oggi e anche a quelli futuri, visto che al centro c’è la messa in rete di associazioni e persone». Non contiene «un aspetto sanzionatorio e punitivo, perché in questo crediamo meno. Crediamo invece nell’educazione e nei percorsi con persone e centri specializzati». Al momento la norma regionale prevede un finanziamento di 300mila euro. Per il direttore Bernardo «la Regione incrementerà più avanti le risorse, ma adesso l’importante è da un segnale».

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