Processo "The Family": Belsito non si presenta e cambia avvocato

Al centro del processo 500mila euro finiti delle casse della Lega Nord a titolo di rimborsi elettorali ma poi distratti da Bossi e dai suoi due figli

Francesco Belsito

Francesco Belsito

Milano, 12 settembre 2016 - Dai diamanti in Tanzania ai caffè e ai coni al pistacchio. È questa la parabola dell’ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito, che dopo esser stato di casa in via Bellerio e aver occupato un posto nel Cda di Finmeccanica, da qualche anno gestisce con alcuni soci lo storico bar Balilla, nel centro di Genova. Pur avendo cambiato lavoro, però, l’ex fedelissimo di Umberto Bossi non ha messo da parte la sua irriverenza. Questa mattina ha disertato senza spiegazioni l’udienza milanese del processo che lo vede imputato, insieme al Senatùr e al figlio Renzo, per la gestione dei conti del Carroccio. Belsito, Bossi e il Trota devono rispondere davanti al giudice Maria Luisa Balzarotti, dell’ottava sezione penale di Milano, di appropriazione indebita per le presunte spese personali con i fondi del partito. Il filone principale dell'inchiesta, invece, è stato trasferita a Genova, dov’è in corso il processo per la presunta truffa ai danni dello Stato sui rimborsi elettorali che vede imputati il 'Senatur', Belsito e tre ex revisori del partito. A gennaio la procura ligure ha sequestrato immobili e conti correnti di Belsito, che secondo i pm genovesi avrebbe sottratto 7,5 milioni di euro dalle casse del Carroccio.

Oggi a Milano, invece, l’ex tesoriere avrebbe dovuto testimoniare. Tre giorni fa, però, i suoi avvocati Paolo Scovazzi e Alessandro Vaccaro, senza dare troppe spiegazioni, hanno rinunciato a difenderlo. Di chiarimenti ufficiali, per il momento, non ce ne sono stati, anche se si mormora che ci siano state divergenze sulla linea processuale. Con il risultato che Belsito ha pensato bene di non venire in aula nonostante il suo nuovo difensore nominato d’ufficio, l’avvocato Erika Galati, lo abbia «rincorso» al telefono per tutto il fine settimana, senza però riuscire a trovarlo. «Il numero era giusto, suonava libero, ma non ha risposto», ha spiegato. L’unica possibilità era quella di chiedere un rinvio per avere il tempo di studiare le carte processuali. Il pm Paolo Filippini, invece, ha ricordato che quella di ieri è la terza diserzione da parte di Belsito e ha chiesto di acquisire i verbali degli interrogatori resi nel corso delle indagini. Il giudice Balzarotti ha però preferito dargli un’ultima chaces, stabilendo che nella prossima udienza, fissata per il 24 ottobre, «si procederà inderogabilmente all'esame dell'imputato ove lo stesso intenda sottoporsi«. Bossi e il figlio si sono già fatti interrogare.

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