Champions League, prova superata: promossa la sicurezza milanese

Il bilancio del prefetto Alessandro Marangoni: "La città deve essere orgogliosa delle sue forze"

I tifosi di Atletico e Real Madrid ai piedi del Duomo

I tifosi di Atletico e Real Madrid ai piedi del Duomo

Milano, 30 maggio 2016 - Milano ha superato l’ennesimo esame della sua storia recente. Dopo la visita di Papa Benedetto XVI a Bresso nel giugno del 2012, il vertice Asem con capi di Stato da tutto il pianeta nell’ottobre del 2014 e i sei mesi dell’Esposizione universale tra il primo maggio e il 31 ottobre del 2015, sabato notte è andata in archivio anche la finalissima di Champions League (il Centro di coordinamento e monitoraggio di via Drago ha chiuso alle 19 di ieri al termine di una lunghissima no-stop da 35 ore cominciata alle 8 del mattino dell’altroieri). Il giorno dopo, il bilancio del prefetto Alessandro Marangoni non può che essere positivo. Partendo da una premessa: "Quando 200 milioni di persone ti guardano per più di due ore (la platea che ha seguito in televisione tra le 20.45 e le 23.30 l’atto conclusivo della massima competizione continentale da ogni angolo del mondo, ndr), anche uno starnuto si amplifica al massimo. E invece tutto è andato per il meglio".

E vale ovviamente pure per l’altro lato della medaglia: una vetrina di così ampio rilievo internazionale può rappresentare un potenziale obiettivo per i terroristi, come ha purtroppo dimostrato l’attacco jihadista di novembre allo Stade de France di Parigi per l’amichevole Francia-Germania. Di allarmi specifici non ce n’erano per il derby madrileno tra Real e Atletico, è stato ribadito più volte, ma il piano per la sicurezza fondato su tre cinture di filtraggio attorno allo stadio Meazza "non ha trascurato alcun dettaglio: tutto quello che poteva essere previsto è stato previsto, comprese quelle variabili che possono materializzarsi in qualsiasi momento". Ogni cosa ha funzionato come ipotizzato alla vigilia nel corso delle numerosissime riunioni tecniche che si sono succedute da ottobre fino a mercoledì scorso. E non è stata "solo fortuna – aggiunge Marangoni –. La macchina ha viaggiato alla grande come ha fatto in tutti questi anni". E veniamo ai ringraziamenti del numero uno di corso Monforte: "Devo dire ‘bravo’ al questore Antonio De Iesu e a tutti i responsabili delle altre forze di polizia per il grande lavoro fatto, senza dimenticare il Comune e le altre squadre che si sono disimpegnate benissimo su più fronti, dal soccorso pubblico alla mobilità".

Tutto perfetto? "Ma no, si può sempre migliorare nella vita, e noi siamo qui apposta per questo: non ci sediamo mai, siamo pronti ad andare avanti". Certo, Marangoni non nega che il modello di gestione dei grandi eventi implementato sotto la Madonnina "è un orgoglio per la Prefettura e deve essere orgoglio per l’intera città: non è da tutti poter contare su un così elevato numero di eccellenze". La Coppa dei Campioni l’ha conquistata il Real Madrid, è vero. Ma un po’ ha vinto pure Milano.

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