Quando l’università va a canestro: Bocconi e Poli nel gotha del basket

Militano in serie C e si sono sfidati: hanno vinto gli “ingegneri’’

I due team universitari sul campo di gioco prima del match

I due team universitari sul campo di gioco prima del match

Milano, 6 giugno 2016 - Il fatto di cronaca (sportiva) si riassume nel risultato: gli “ingegneri’’ battono gli “economisti’’ 78-71. Ma più interessante è soffermarsi sul background della partita che ha visto battersi Politecnico e Bocconi in piazza Città della Lombardia. Un evento previsto all’interno della quattro giorni "In lunetta per la libertà" organizzata dal Consolato generale degli Stati Uniti e dalla Federazione italiana pallacanestro Lombardia, con il patrocinio del Coni, contro la violenza sulle donne. Gli atenei di via Sarfatti e di piazza Leonardo sono gli unici a vantare due team che competono nei campionati federali. Se i bocconiani militano in Serie C "silver", dove hanno sfiorato ai playoff la promozione in C "gold", i politecnici sono andati vicini alla promozione dalla D alla "silver". I primi si chiamano "Pellicani", dal simbolo della Bocconi, e sono nati "nel 2002, per il centenario dell’università quando, al termine di una serie di eventi sportivi celebrativi, si decise di creare “Bocconi sport team’’, la polisportiva universitaria".

A parlare è il coach, Carlo Favero, un passato da guardia, un presente ai vertici della didattica di via Sarfatti. Oltre ad allenare i Pellicani, Favero è direttore del dipartimento di Finanza. "Non mischio mai le due realtà – afferma – ma sicuramente ci sono legami, dalla competitività allo spirito di squadra". Nel team bocconiano giocano in 18, dai 18 ai 28 anni. "La lingua ufficiale è l’inglese – continua Favero – perché abbiamo giocatori internazionali. Sono studenti dei corsi, dottorati e master. Ammettiamo personale docente, di segreteria e amministrativo. E due esterni". Il colpo grosso un anno fa. "Una professoressa turca di marketing, arrivata da Oxford, mi propose il marito. Scettico, mi informai: 100 presenze in nazionale, 250 in Eurolega, classe ’79. È Mustafa Abi, ex guardia della Ulker". Coinvolto. Poi c’è Peter Schmidt, migliore marcatore dell’anno, dottorando in Economia ed ex giocatore in Germania. "Le selezioni – afferma il coach dei Pellicani – sono una volta all’anno. Dobbiamo cambiare i 5-6 che si laureano o conseguono il dottorato. Lo spirito di squadra giova ai ragazzi: i laureandi trascinano le matricole, anche negli studi".

La promozione, dopo 3 in 10 anni, è sfuggita per un pelo. "Purtroppo i playoff arrivano quando i ragazzi devono prepararsi per gli esami. O tornano a casa perché fuori sede".Discorso simile al Politecnico, dove la squadra, nata 4 anni fa, è di soli studenti, "ma non ci spiacerebbe ingaggiare esterni – ammette l’allenatore, Antonio Pollice, ingegnere edile dal 2009 – per il salto di qualità". Un campione c’è, Matteo Clementoni, l’anno scorso titolare in serie C e in panchina in A2 per Recanati. Poi la decisione di seguire Ingegneria gestionale a Milano, sulle orme della famiglia (proprietaria della celebre azienda di giochi). Nel martch tra le due università, il miglior marcatore (25 punti). I cestisti studenti giocano gratis, "ma tesserarli costa il cartellino alla squadra". Non mancano benefit (benzina per i viaggi, palestra gratis, visite mediche). Gli allenamenti "sono nomadi – prosegue Pollice – ci dividiamo tra scuola Teliè e Idroscalo. Giochiamo al Palabicocca". I Pellicani si appoggiano al centro “Forza e coraggio’’ e aspettano il palazzetto del nuovo campus all’ex Centrale del latte, per il 2018. Il Politecnico ha anche una seconda squadra che il 9 giugno contenderà a Bicocca, Cattolica e Statale il torneo interuniversitario. Chi si laureerà campione?

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