Pioltello, classi divise a scuola. Il preside: "Non parlate di razzismo"

Il dirigente scolastico dell'istituto spiega: "Per restare in città volevano stare insieme. Ecco com'è nata la classe di soli italiani"

Basilio Prestileo, il vicepreside

Basilio Prestileo, il vicepreside

Pioltello (Milano), 27 ottobre 2017 - ​«La nostra scuola è un modello di integrazione, essere tacciati di razzismo fa male. Quelle classi non si toccano, qui non esiste nessun ghetto». A parlare è il preside Roberto Garroni, dirigente scolastico dell’istituto Iqbal Masih, la scuola pioltellese finita sotto i riflettori per avere separato in due classi diverse alunni dai cognomi stranieri e italiani. È successo alla scuola media di Seggiano, le classi finite sotto i riflettori sono due prime, le sezioni C e D. Subito è scoppiato lo scandalo, anche se in realtà la situazione della scuola media di Seggiano è diversa.

«L’anno scorso – racconta Garroni – non siamo riusciti a fare partire le prime medie del tempo prolungato perché le famiglie italiane, finite le primarie, portano i figli alle scuole di Segrate e Cernusco. Sono città più ricche dove la presenza di stranieri è più bassa. Quest’anno, un gruppo di sette famiglie ha accettato la sfida di restare qui. L’unica richiesta è stata quella di tenere i ragazzi tutti insieme. E così è stato, è stato un modo per tenere i ragazzi di Pioltello nella loro città». Il registro di classe della 1D riporta una sequenza di nomi stranieri – 13 su 14 – ma in realtà i luoghi di nascita spaziano da Segrate a Melzo. Sono bambini nati in Italia da genitori stranieri.

«Il 95% dei ragazzi stranieri è nato in Italia: se ci fosse lo ius soli, sarebbero italiani a tutti gli effetti – continua il preside – È una polemica nata dal nulla. La nostra è una bella scuola, la qualità è alta ed è riconosciuta da tuti. E la presenza di stranieri è una risorsa. Sono i pregiudizi della gente a creare il problema. Se avessimo formato una classe di 30 ragazzi, come avviene in altre scuole, nessuno avrebbe avuto nulla da dire, anche se dal punto di vista educativo sarebbe stato inefficace. Invece, aver formato due classi più piccole ha sollevato un polverone». Pioltello è la città italiana con il numero più alto di stranieri, nei quartieri Satellite e di piazza Garibaldi la presenza di immigrati supera l’80%. «Piazza Garibaldi è nel nostro bacino scolastico, abbiamo classi con il 69% di stranieri. La densità è alta, nessuno ci ha mai accusato di creare delle classi ghetto».

Anche gli insegnanti la pensano così. «È uno scontro tutto politico, ma noi a questo gioco non ci stiamo – aggiunge Basilio Prestileo, il vicepreside – Quando a maggio è arrivata la ministra Fedeli la nostra scuola era considerata un esempio di integrazione per tutta l’Italia. A ottobre, ci dicono che siamo razzisti. Qualcosa non funziona. Se c’è una scuola capace di accogliere le differenze è proprio questa: un alunno etiope è entrato in Conservatorio, i ragazzi hanno vinto un premio al Festival di Fano, l’anno scorso un alunno straniero ha vinto le Olimpiadi della matematica. Qui l’integrazione è reale ed è una risorsa».