Morta trovata nella cava a Cernusco: al setaccio le denunce di scomparsa

Il cadavere della donna era avvolto in un telo di plastica legato da corde, e con pesanti massi a fare da piombo

I carabinieri alla cava di via Adua a Cernusco

I carabinieri alla cava di via Adua a Cernusco

Cernusco sul Naviglio, 6 dicembre 2016 - Il cadavere di una donna in una cava di ghiaia alla periferia dell’abitato. Avvolto in un telo di plastica legato da corde, e con pesanti massi a fare da piombo: si indaga nel riserbo, fra le ipotesi, naturalmente, quella del delitto. Il ritrovamento nelle prime ore di un nebbiosissimo pomeriggio, alla cava di via Adua, distante qualche centinaio di metri dall’abitato. Un grande giacimento estrattivo ancora in funzione, di proprietà privata, con poca acqua a formare un piccolo lago. L’allarme è stato dato proprio dal titolare. Il voluminoso involucro faceva capolino in una zona di acqua bassa.

Il corpo è quello di una donna, carnagione bianca, di età approssimativamente compresa fra i 30 e i 50 anni. Nessun segno evidente di violenza. Morta da poco, forse addirittura da poche ore: il cadavere era ancora in buono stato di conservazione. La donna era vestita, ma senza alcun documento o segno di riconoscimento. Il cadavere è stato recuperato dai vigili del fuoco, esaminato sul posto dal medico legale e trasferito all’Istituto di medicina legale di Milano, dove stamattina si terrà l’autopsia. L’esame potrebbe dare qualche risposta su orario e circostanze della morte. Nel frattempo, i carabinieri di Cassano d’Adda lavorano senza sosta all’identificazione, censendo le denunce di scomparsa. Poco dopo il macabro ritrovamento, il luogo, in aperta campagna e senza impianto di illuminazione, era già sprofondato nell’oscurità. Nessuna ipotesi, bocche cucite. E il mistero. L’area del ritrovamento è in fondo a uno sterrato, in una zona isolata e senza case. La donna potrebbe essere stata uccisa altrove e poi scaricata nella fossa, che si trova al centro di un sito abitualmente recintato, con la complicità della nebbia. Gli inquirenti sul posto hanno battuto l’area palmo a palmo, alla ricerca di elementi utili. Nelle prossime ore proseguiranno il lavoro. Non è la prima volta che l’area della cava di via Adua è teatro di fatti di cronaca nera. Finì proprio qui in maniera tragica, nel 2009, l’inseguimento da parte delle forze dell’ordine di un ladro d’auto albanese. L’uomo in fuga infilò in auto lo sterrato, giunse al terrapieno dell’impianto e morì dopo una carambola di molti metri.

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