Sassi dal cavalcavia, choc a Canegrate: "Ho avuto il cuore a mille"

Il quarantenne scampato ad una pietra tirato dal cavalcavia racconta: "Io mi sono salvato, mi sento un miracolato"

Sassi dal cavalcavia

Sassi dal cavalcavia

Canegrate (Milano), 13 novembre 2017 - «Come mi sento adesso? Mi sento come un miracolato». Fabrizio Checchetto, 46enne, trasportatore , è stato oggetto due settimane fa di un lancio di pietre che gli hanno distrutto il parabrezza e che solo per caso non lo hanno ucciso. Quanto è accaduto giovedì a Cernusco sul Naviglio - la donna di sessant’anni deceduta per lo choc dopo che l’auto sulla quale si trovava è stata colpita da un masso che ha centrato il parabrezza - è come se fosse successo a lui.

«Sono stato particolarmente colpito in queste ore dalla notizia della morte di questa signora, dopo che la macchina su cui viaggiava è stata centrata da un blocco di calcestruzzo lanciato da sconosciuti su un cavalcavia autostradale – racconta, con la voce ancora rotta dall’emozione –. Mi sono rivisto in lei, anche perché quando è successo a me avevo il cuore a mille».

Fabrizio Checchetto racconta la propria esperienza: «Ho visto chi mi ha lanciato il sasso apposta per colpirmi. Era un bambino dell’accampamento rom che si vede lungo l’autostrada, nei pressi dello svincolo che da viale Certosa, arrivando dalla Milano-Venezia, conduce verso l’Autolaghi. Si è alzato apposta saltando in mezzo all’erba e facendo di tutto per colpirmi e così è stato». Il camion su cui viaggiava Fabrizio è stato preso in pieno, ma lui è riuscito a mantenersi calmo, frenando poco più avanti e mantenendo il mezzo sulla carreggiata evitando incidenti.

«Un anno fa nel medesimo posto è successo ad un mio collega: hanno lanciato sassi verso il suo camion, ma hanno colpito lo specchietto laterale senza colpire il mezzo o il vetro del parabrezza. Mentre ero fermo col mio di camion, mi sono poi accorto che i lanci proseguivano anche in direzione di altri mezzi pesanti. Un bilico era stato colpito e l’autista si è fermato lì, poco più indietro di me, rimanendo in zona per una quindicina di minuti. Probabilmente lo hanno colpito di lato».

Una pioggia di proiettili mortali che nella medesima zona è già stata segnalata diverse volte alla polizia stradale, senza che nulla sia poi cambiato. L’area è ancora abitata dai rom, e non è stata messa in sicurezza. Basta andare verso la massicciata autostradale per avere tutto il tempo di tirare sassi alle vetture di passaggio. «Io fortunatamente posso raccontare quello che è successo, ma ritengo che non sia possibile che si verifichi una cosa del genere in un Paese civile. Chi lancia i sassi è libero e continua a farlo potendo uccidere qualsiasi persona abbia la sfortuna di passare in quel tratto. È una cosa inconcepibile. Devono assolutamente fermarli, perché questi sono degli assassini».