Ucciso in strada a Legnano, arrestato l’assassino: "Picchiava mia sorella"

La vittima è stata giustiziata con la sua stessa pistola

Il luogo del delitto

Il luogo del delitto

Legnano (Milano), 29 settembre 2017 - Non sopportava più che la sorella venisse da lui maltrattata. Voleva parlarci, faccia a faccia, ma non intendeva ucciderlo. Poi però la colluttazione. La vittima ha estratto dalla tasca una pistola con la quale il killer, dopo averlo disarmato, lo ha ucciso. L’omicidio di Gennaro Tirino, 38 anni originario di Scampia (Napoli), è tutto qui. A sparargli lunedì mattina in via Tasso a Legnano è stato Antonio Calello, meccanico 29enne, residente in città e incensurato. Scena del delitto e movente che nulla hanno a che fare con le ipotesi circolate dopo l’omicidio: vendetta per violenze sessuali perpetrate dieci anni fa da Tirino su due sorelle minorenni; regolamento di conti interno alla criminalità organizzata legato ai precedenti per spaccio della stessa vittima.

Nulla di tutto questo. Tirino, conosciuto in zona per il fare da spaccone e il curriculum criminale, è stato crivellato di colpi: almeno sette i proiettili esplosi. Avrebbe tirato fuori dalla tasca una pistola carica per spaventare colui che poi, con la stessa arma, gli ha sparato. Messo alle strette dagli inquirenti, l’assassino ha confessato ieri notte, davanti al suo avvocato e al sostituto procuratore Nicola Rossato che ha coordinato le indagini. Ha raccontato di aver litigato con la vittima perchè stanco delle sue violenze sulla sorella Sonia, 25 anni, con cui Tirino aveva una relazione da gennaio. L’ultimo grave pestaggio nella notte tra domenica e lunedì, quando la ragazza era finita in ospedale. Lei lo aveva denunciato e suo fratello aveva voluto incontrarlo. Da lì il delitto.

Il killer è in carcere a Busto Arsizio con l’accusa di omicidio. Non gli è stata però contestata la premeditazione proprio perché la pistola – gettata poi da lui nell’Olona e non ancora ritrovata – era della vittima e non sua. In poche ore i carabinieri guidati dal capitano Francesco Cantarella hanno risolto il puzzle. Fondamentali le tante testimonianze e le immagini delle telecamere che hanno ripreso il killer scappare su una Ford Focus. E infine la perquisizione domiciliare: nella tasca dei suoi pantaloni c’erano tre proiettili calibro 7,65. Gli stessi trovati nel corpo della vittima.