Medici in mensa senza diritto: ora l’ospedale presenta il conto

È un conto salato, da centinaia e centinaia di euro, in alcuni casi anche di diverse migliaia, quello presentato ad alcuni medici in servizio al San Leopoldo Mandic di Merate che hanno usufruito della mensa e della pausa pranzo pur non avendone formalmente diritto

In corsia (foto d'archivio)

In corsia (foto d'archivio)

Merate (Lecco), 12 agosto 2014 - È un conto salato, da centinaia e centinaia di euro, in alcuni casi anche di diverse migliaia, quello presentato ad alcuni medici in servizio al San Leopoldo Mandic di Merate che hanno usufruito della mensa e della pausa pranzo pur non avendone formalmente diritto. A distanza di mesi e in una circostanza addirittura di tre anni i funzionari amministrativi dell’Azienda ospedaliera lecchese, cui il presidio brianzolo fa capo, se ne sono accorti e adesso reclamano indietro quanto dovuto. I camici bianchi interessati sono tutti liberi professionisti, ciò dottori non assunti, in forze soprattutto al Pronto soccorso oppure dell’Areu, Agenzia regionale emergenza urgenza, l’ex 118.

Non sapevano di non poter usufruire della consegna pasti in reparto attraverso la refezione interna né di dover segnare la fine dell’orario di lavoro per consumare il cibo, hanno agito in completa buona vede senza porsi semplicemente il problema. Nessuno dei preposti di contro si è premurato di avvisarli delle procedure. Le lettere recapitate loro nei giorni scorsi per comunicare l’avvio delle procedure di riscossione forzata del debito direttamente in busta paga sono piovute addosso ai diretti interessati come una doccia fredda. Sono comunque riusciti ad ottenere almeno la rateizzazione della cifra. Nella lista degli insolventi figurano tuttavia anche persone che ormai da tempo non operano più presso la struttura sanitaria meratese e sarà difficile convincerli a rendere quanto reclamato.