A Milano brillano le stelle del flamenco

Da oggi all’1 luglio al Piccolo

Il rosso e i volant costumi d’obbligo per la ballerina di flamenco Olga Pericet

Il rosso e i volant costumi d’obbligo per la ballerina di flamenco Olga Pericet

Milano,24 giugno 2017 - Arte popolare accolta nell’empireo delle arti più colte e più amate dai grandi della cultura fin dagli inizi del secolo scorso, con supporter come Lorca, Cocteau, Picasso, il flamenco è ormai Patrimonio dell’Umanità e viaggia dalle sponde iberiche natali alle rive del mondo intero, trovando in Italia, nelle comuni radici latine, una speciale consonanza per il più felice degli approdi, dal sud al nord della penisola. In questo scorcio di calda estate compie ora festosamente dieci anni il “Milano Flamenco Festival” e li festeggia con tre protagonisti che sono al top delle generazioni più giovani, baciati dal talento e dal successo, forti dei più prestigiosi premi in patria e di carriere lampo, dalle migliori compagnie al lavoro in proprio.

Da oggi al 1° luglio è il Piccolo Teatro Strehler, sede europea tra le più prestigiose, a ospitare i momenti topici di questa edizione 2017, con l’appoggio del Ministero della Cultura spagnolo, dell’Istituto Cervantes e del Consolato di Spagna a Milano, nonché dell’Instituto Andaluz del Flamenco. Maria Rosaria Mottola di Punto Flamenco, instancabile organizzatrice e promotrice, raccoglie adesso i frutti di un grande lavoro di attenzione alla storia e alle evoluzioni dell’universo-flamenco, scegliendo di ospitare in testa al cartellone le tre stelle di prima grandezza di cui sopra: Manuel Liñan (Cadiz, 1983), che dopo il debutto a Milano nel 2008 torna con la sua ultima produzione, “Reversible”, ovvero come cercare e ritrovare profondamente l’infanzia nella maturità usando anche manton e bata de cola neri della donna; Olga Pericet (Córdoba, 1975), discendente dalla grande famiglia che ha coltivato la nobiltà e l’eleganza della “escuela bolera”, che si ripresenta ora, a distanza di sei anni, con la prima internazionale di “La espina que quiso ser flor o la flor que soñó con ser bailaora”, cioè “la spina che volle essere fiore o il fiore che sognò di essere ballerina”, dove gioca con le nacchere e l’ironia; Rocío Molina (Torre del Mar, 1984), artista associata del Teatro di Chaillot parigino, già guest della manifestazione milanese nel 2013, virtuosa della tradizione e innovatrice radicale al tempo stesso, ammirata dal Divo Baryshnikov, con l’ardito “Caída del cielo”, caduta del cielo, dove indossa uno spettacolare costume bianco femminile e anche abiti maschili.

“Flamencos 10” è la mostra, a cura di Lucia Orsi, Simona Boccedi e Gabriele Zucca, che documenta questo bel decennio di “Milano Flamenco Festival”; “Flamenco in flash” è il titolo delle performance in luoghi deputati che lanciano il festival per ogni pubblico; il carcere di San Vittore ospiterà “Para todos”, un momento flamenco dedicato alle detenute a cura di Punto Flamenco stesso. “Plaza Flamenca” è la gioia di condividere tapas y bebidas y sevillanas da ballare insieme sulla spianata del Teatro Strehler con il Chiringuito La Bravas. Da oggi a lunedì Daniel Liñan terrà un workshop per gli aficionados.

“Milano Flamenco Festival”, 24 giugno - 1 luglio, Piccolo Teatro Strehler, largo Greppi; info e prenotazioni 02/42411889, www.piccoloteatro.org; Punto Flamenco, via Farini 55, 339/8955996, www.puntoflamenco.it; Biglietti da 26 a 35 euro; abbonamento a tre spettacoli: da 69 a 84 euro.