Diego Mancino mette in cascina la piccola bellezza

Bellissimo. Lo aspettavo “Un invito a te” di Diego Mancino, 45 anni, milanese di cascina, quelle del ‘600 che si è pappata la città

Diego Mancino

Diego Mancino

Milano, 20 ottobre 2016 - Bellissimo. Lo aspettavo “Un invito a te” di Diego Mancino, 45 anni, milanese di cascina, quelle del ‘600 che si è pappata la città. Autore per Noemi, Zilli, Emma, Fabri Fibra, Daniele Silvestri, Francesco Renga (La tua bellezza) e Cristiano De Andrè (Il cielo è vuoto) a Sanremo. Diego conosce il latino e la strada, legge i filosofi come Galimberti e ascolta Satie. “Ma dopo un’adolescenza punk, Tenco e i Joy Division, a 30 anni un giro del mondo dall’Australia a Bogotà”. Dietro questo piccolo capolavoro della nostra canzone c’è il caso di un album autoprodotto in Crowdfunding con i fan. «Si partiva da 10 euro per comprare una versione digitale di una album che non c’era. Li ho invitati a casa mia ad ascoltare le canzoni e due sono state scelte da loro. Per 500 euro facevo un concerto a domicilio e uno si è venduto anche i biglietti. Ho anche scritto una canzone dedicata. Poi è arrivata Universal, senza nulla togliere ai sottoscrittori di Music Raiser.

Occupo, vecchio stile Leoncavallo, gli spazi di una realtà che ci ha esiliato, adesso ci devono ospitare». Diego scrive con Dario Faini, «siamo la coppia perfetta, abbiamo un rapporto da band: con la sua cultura classica mi completa», Stefano Brandoni (in “Avere fiducia”) e William Nicastro (in “Molte cose insieme “), sono otto inediti e la cover di Tenco “Ragazzo mio”, che canterà sabato al Premio Tenco di Sanremo. Si definisce «un quasi cantautore a volume rock», “Il suo aquilone” è il segno consenziente e innamorato di una resa, “Maledetta volontà” il suo tributo a Genova, “Succede d’estate” il suo modo contemporaneo di scrivere alla Bruno Martino. “Avere fiducia” un altro sentimento razionale importante, “La verità è immobile” un altro punto personale di vista: «La pace è ritornare a casa e prendersi cura di sè, della propria donna, dei propri amici». Cita Paoli e Tenco, Chet Banker e Miles Davis, Elvis Costello, «ma adesso ascolto musica senza cantanti, cerco autori, anche nei libri, impegnativi. La leggerezza la incontro già nel mio scrivere per gi altri. Che è fighissimo, mi rende elastico, mi obliga a mettermi in relazione con il contemporaneo». Su Tenco aggiunge che «è un tributo a mio padre, la voglia di riappropriarmi di parole d’ordine che sono moderne». Parole semplici e profonde, un racconto largo (ne ha scritto uno anche per i fan del crowdfunding), melodie aperte, un respiro battito interno, l’uso consapevole di un rap che ha la velocità del pensiero forte. “Era solo ieri” e “Un invito a te”, tutte belle, emozionanti, vere. Lo saluto, va a suonare in tour con Emma.