ANTONIO CALABRO'
Cultura e Spettacoli

Il futuro della Sicilia fra ombre e colori antichi

La Sicilia come metafora. Delle trasformazioni dell’Italia. Ma anche delle tensioni che travagliano l’Europa contemporanea. La frase è di Leonardo Sciascia

Milano, 19 marzo 2017 - La Sicilia come metafora. Delle trasformazioni dell’Italia. Ma anche delle tensioni che travagliano l’Europa contemporanea. La frase è di Leonardo Sciascia. E vale la pena ricordarsene in tempi controversi in cui la Sicilia fa da scenario (e un po’ da protagonista...) d’una serie tv al massimo del successo (i nuovi film del “commissario Montalbano” su RaiUno, tratti dalle pagine di Andrea Camilleri) e di parecchie cronache su malgoverno regionale, invalidi falsi e veri, violenze quotidiane  e riapparizione di mani di mafia, non solo nell’Isola, ma anche a Milano (l’ombra del boss latitante Matteo Messina Denaro su appalti della Fiera, un luogo simbolo).  Ecco il punto di ragionamento.  Sicilia terra di mafia. Ma irriducibile alla sola rappresentazione mafiosa. 

Per capire meglio, vale la pena partire proprio da un libro di Sciascia, “A futura memoria”, una raccolta, ripubblicata da Adelphi, di saggi e articoli sui vari volti del potere mafioso e sulla giustizia: gli errori giudiziari (il caso di Enzo Tortora, ingiustamente tenuto in galera per oltre tre anni), il maxiprocesso di Palermo e i “pentiti”, i “professionisti dell’antimafia” (l’articolo più clamoroso, in polemica con le carriere comode dietro il paravento della lotta a Cosa Nostra: tema sempre d’attualità). Si rivela intellettuale “scomodo”, Sciascia. E il suo illuministico gioco della ragione contro il pregiudizio ne fa ancora oggi interprete essenziale della migliore “cultura civile”. La lezione anticonformista di Sciascia s’intravvede anche nelle pagine di “Non c’è più la Sicilia di una volta” di Gaetano Savatteri, Laterza: ribaltando luoghi comuni e immaginario de “Il Gattopardo”, dei “Malavoglia” di Verga, della “Vucciria” di Guttuso e dei film su mafia e maschilismo, trova spazio una Sicilia di ottimo vino e donne manager, turismo sofisticato e giovani imprenditori hi tech, associazioni per i diritti civili e gruppi attenti alla tutela dell’ambiente.

Accanto a vecchie cattive abitudini di clientele e “familismi” trova crescente spazio “Addiopizzo” contro le tangenti mafiose.  Va dunque valorizzata una Sicilia vitale, oltre gli stereotipi dell’immobilismo. Viaggiare. Vedere. Raccontare. Come fa Matteo Collura (un altro autore profondamente segnato dalla frequentazione di Sciascia) nella nuova edizione di “Sicilia sconosciuta”, Rizzoli: “Itinerari insoliti e curiosi”, con fotografie di Melo Minnella. L’arte e il paesaggio, i volti di Antonello da Messina e gli stucchi barocchi, i palazzi normanni e le maschere beffarde delle processioni popolari del Venerdì Santo, i paesaggi aspri delle terre degli ex feudi e la suggestione delle coste delle isole Eolie. E tanto altro. Un mondo da riscoprire, “fra splendore e squallore”, in “terra d’idillio”, per ricordare un grande scrittore come Gesualdo Bufalino. C’è sempre un nuovo punto di vista, da cui guardare la Sicilia. Fra tradizione e innovazione.