Scontri a Cremona, sedici perquisizioni eseguite dalla polizia

Si tratta di esponenti del Centro sociale Dordoni e del movimento Casa Pound, nell'ambito dell'inchiesta sul ferimento del militante del Centro sociale cremonese Emilio Visigalli, lo scorso 18 gennaio. Nelle abitazioni è statos equestrato materiale informatico, cellulari ed eventuali corpi di reato

Scontri tra forze dell'ordine e manifestanti a Cremona (Ansa)

Scontri tra forze dell'ordine e manifestanti a Cremona (Ansa)

Cremona, 4 febbrio 2015 - Eseguite sedici perquisizioni dagli agenti della Questura di Cremona nei confronti di esponenti del Centro sociale Dordoni e del movimento Casa Pound, nell'ambito dell'inchiesta sul ferimento del militante del Centro sociale cremonese Emilio Visigalli, lo scorso 18 gennaio. Tra i perquisiti vi sono dieci esponenti di Casa Pound e cinque del Dordoni, residenti a Cremona e nelle province vicine.

"Considerata la gravità degli eventi - spiega la Polizia - fin da subito è stato aperto un fascicolo per il reato di rissa aggravata e per il reato di tentato omicidio da parte della Procura della Repubblica e le indagini sono state affidate alla Polizia di Stato". Gli investigatori, dopo una serie di accertamenti, sono riusciti a identificare "diverse persone, tra testimoni e compartecipi, presenti in quel momento sul luogo degli scontri dove avvenne il grave ferimento di Emilio Visigalli". Questa mattina, quindi, agenti della Digos, della Squadra Mobile di Cremona, con quelli della Questura e del Commissariato di Crema, dei reparti Prevenzione crimine di Milano e Reggio Emilia, per trovare ulteriori elementi di prova oltre a quelli già in possesso, hanno eseguito perquisizioni nelle abitazioni degli indagati sequestrando materiale informatico, cellulari ed eventuali corpi di reato (caschi, mazze, spranghe ecc.) utilizzati nel corso della rissa e per il ferimento. Tra gli indagati che sono stati perquisiti, riferisce la Polizia, ci sono anche "alcuni degli esponenti di spicco dell'uno e dell'altro fronte, a carico dei quali sono emersi, nel corso dell'indagine, dei pesanti elementi di responsabilità per i cruenti fatti verificatisi in quella serata".

Visigalli non è più in pericolo di vita, ma resta ricoverato nel reparto di Neurologia dell'Ospedale maggiore di Cremona. Qualche giorno fa gli è stato tolto il respiratore automatico e riesce a respirare autonomamente. Dopo essere rimasto dieci giorni in coma, continua a rimanere in coma farmacologico dal quale temporaneamente viene svegliato per controllare le funzioni neurologiche. I medici hanno precisato che è in corso la profilassi minima per evitare il rischio di epilessia. Per il ferimento di Emilio Visigalli, colpito violentemente alla testa, sono indagate otto persone, quattro neofascisti e altrettanti autonomi. Gli scontri di domenica 18 gennaio sono all'origine del corteo promosso dai gruppi antagonisti sabato scorso, terminato con gli scontri con le forze dell'ordine e i gravi danneggiamenti avvenuti in città.