Il Tar discuterà il caso Arosio: la poltrona del sindaco trema

Il timore è che a Cantù si apra la strada per nuove elezioni

Edgardo Arosio

Edgardo Arosio

Cantù (Como), 26 settembre 2017 - Italo Calvino lo avrebbe definito un sindaco-dimezzato. Ma a decidere se Edgardo Arosio potrà o meno rimanere alla guida di Cantù non sarà la sua penna bensì il Tar di Milano, che il 25 gennaio si riunirà per esaminare il ricorso presentato dal Consorzio Zanfrini, di proprietà del fratello e della cognata del primo cittadino. È solo l’ultima puntata di una telenovela iniziata a fine giugno, dopo la vittoria al ballottaggio di Arosio che non aveva ancora finito di festeggiare e già si doveva preoccupare per l’incompatibilità dovuta al fatto che i suoi congiunti, titolari di un’impresa di pompe funebri, pochi giorni prima avevano rinnovato un appalto con il Comune per il trasporto della salme.

Quando ormai si era prossimi alla decadenza del sindaco, che avrebbe dovuto passare la mano a un vicesindaco oppure al commissario prefettizio, a togliere le castagne dal fuoco ci avevano pensato gli stessi uffici comunali che avevano affidato l’appalto, annullandolo per alcuni vizi legati al mancato rispetto delle leggi sulla concorrenza. Adesso la loro decisione verrà vagliata dal Tar al quale il Consorzio Zanfrini ha presentato il proprio ricorso, lamentando il danno economico subito dall’ingiusta revoca del contratto che avrebbe legato l’azienda al Comune per i prossimi tre anni. Inizialmente il tribunale amministrativo si era preso un po’ di giorni per valutare la questione, vista la delicatezza degli interessi in causa, ma alla fine ha deciso di si può entrare nel merito.

Dalla sua decisione e molto probabilmente da quella del Consiglio di Stato, dipenderà non solo l’appalto tanto contestato ma la stessa possibilità di Edgardo Arosio di continuare a fare il sindaco nella sua città. In caso di sconfitta del Consorzio Zanfrini infatti il sindaco Arosio potrà continuare a rimanere al suo posto, in caso contrario toccherà tornare alle elezioni, di sicuro non si tratterà di un percorso breve. Sulla questione infatti potrebbe essere chiamata a esprimersi anche la Consulta, in questo caso attraverso un giudizio di costituzionalità promosso dal sindaco che già a suo tempo si era lamentato per l’assurdità di una norma che lo rendeva incompatibile per un appalto affidato da altri al fratello e sul quale lui non aveva nessun potere di intervento.