Pensioni, i frontalieri fanno festa: stesse condizioni degli svizzeri

Trovato l'accordo con i datori di lavoro

Frontalieri (Cusa)

Frontalieri (Cusa)

Como, 27 giugno 2016 - Buone notizie per i frontalieri che lavorano nel comparto dell’edilizia, infatti anche l’Assemblea generale dei datori di lavoro ha aperto al prepensionamento dei dipendenti, aderendo alle proposte avanzate nelle scorse settimane dai sindacati. Non solo, il nuovo contratto apre alla riduzione graduale del contratto di lavoro, con l’aumentare dell’età. «L’impegno e l’energia investita negli ultimi decenni hanno finalmente condotto all’obiettivo tanto agognato: terminare anticipatamente in modo dignitoso una carriera professionale impegnativa e faticosa, per passare alla meritata pensione – sottolinea Sergio Aureli dell’Unia, il sindacato svizzero in prima linea nella tutela dei frontalieri italiani –. I primi a beneficiare del provvedimento saranno gli imbianchini (definiti “pittori” secondo le leggi sul lavoro vigenti oltreconfine ndr.). Lo scorso febbraio, finalmente, dopo cinque tornate di negoziati, le delegazioni alle trattative sono riuscite a trovare un accordo su un modello di prepensionamento da sottoporre ai rispettivi organi decisionali». L’accordo prevede la possibilità di un pensionamento flessibile parziale da 60 anni per gli uomini e da 59 per le donne così come il prepensionamento completo a partire da 63 anni (62 per le donne).

Fino al pensionamento ordinario gli assicurati interessati riceveranno una rendita di transizione che si aggira intorno al 70% del salario soggetto all’assicurazione obbligatoria. Inoltre verranno versati loro i contributi al secondo pilastro. Il modello sarà finanziato attraverso un fondo alimentato in parti uguali dal datore di lavoro e dai lavoratori (lo 0,85 % dell’ultimo salario). I primi dipendenti potranno beneficiare del prepensionamento presumibilmente dal 1° gennaio 2018, una conquista importante in Canton Ticino dove oltre il 40% degli occupati sono frontalieri.