Casi Green Hill e Italcarni, la protesta: «Giustizia per gli animali»

Veterinari indagati, il Comitato Montichiari chiede più controlli di Federica Pacella

SIT IN  Gli attivisti hanno manifestato con cartelli  e striscioni per chiedere  maggiore trasparenza sulle condizioni degli animali

SIT IN Gli attivisti hanno manifestato con cartelli e striscioni per chiedere maggiore trasparenza sulle condizioni degli animali

Brescia, 18 ottobre 2015 - Ancora una volta davanti alla Asl, per chiedere giustizia e verità su una brutta storia che riguarda gli animali ma anche la salute umana. Il Comitato Montichiari contro Green Hill ieri era fuori dall’Asl di Brescia, come già era accaduto qualche anno fa. Allora protestavano per i beagle di Green Hill, chiedevano verifiche sulle loro condizioni di vita. «Ci avevano assicurato che i controlli c’erano – ricorda Sara Gerevini, portavoce del comitato – poi invece è accaduto che due veterinari Asl fossero indagati». Di pochi giorni fa la notizia che sempre due veterinari dell’Asl di Leno sono tra i sei indagati per la vicenda della Italcarni di Ghedi, dove, su richiesta della Procura di Brescia, è stato sequestrato il macello. I reati contestati sono molteplici: si va dal maltrattamento di animali all’adulterazione di alimenti, dalla frode nell’esercizio del commercio al falso in atto pubblico fino allo smaltimento illecito di rifiuti.

«Pretendiamo giustizia e verità per gli animali – sottolinea Gerevini – e chiediamo che via sia maggiore trasparenza e fermezza negli enti preposti a settori delicati ed essenziali come la sanità. Chiediamo che i vertici eseguano controlli capillari e severi sull’operato dei loro dipendenti». Nel caso della Italcarni, è stata proprio l’Asl a fare l’esposto alla Procura. «Se questi controlli fossero stati davvero così precisi e puntuali – sottolinea Gerevini – non saremmo dovuti arrivare a questo punto. A maggior ragione dopo il caso di Green Hill, le verifiche da parte dei dirigenti dovevano essere più stringenti». Per gli attivisti, che promuovono una cultura nuova basata sull’alimentazione vegana e su uno stile di vita cruelty free, non è possibile che diventi prassi diffusa nei mattatoi quella di infierire sugli animali cosiddetti da carne. Non ci stanno però a passare come estremisti, a maggior ragione di fronte ad un caso che aveva delle implicazioni anche sanitarie. «È estremismo voler tutelare la salute pubblica? Quanto agli animali, visto che esistono delle regole per il loro benessere – conclude la portavoce – pretendiamo almeno che vengano fatte rispettare. Vogliamo il rispetto delle leggi e degli esseri viventi, di tutte le specie, compresi quelli allevati per essere macellati».

di Federica Pacella