Brescia, in aula l'incubo di una donna: "Nelle grinfie di una belva"

Una 40enne bresciana ha raccontato in Tribunale anni di botte e violenze sessuali: "Ha pure preteso che mi prostituissi. Poi ho denunciato il mio compagno"

La donna ha raccontato il suo incubo

La donna ha raccontato il suo incubo

Brescia, 14 febbraio 2018 - Già nel 2012 aveva denunciato il compagno per i maltrattamenti subiti. Poi, al momento del processo aveva ritrattato tutto. "Aspettavo un figlio da lui e le sue pressioni mi hanno portato a ritirare la denuncia", ha spiegato ieri in aula la donna, una 40enne della provincia di Brescia, che nel 2015 si è nuovamente rivolta alle forze dell’ordine per raccontare ciò che il compagno 50enne (pregiudicato) e padre di suo figlio le avrebbe fatto durante la loro convivenza tra la Bassa e il Garda iniziata nel 2009 e terminata tre anni fa dopo distacchi e riappacificazioni.

"Le botte erano praticamente all’ordine del giorno – ha spiegato nel corso dell’udienza di ieri del processo che si sta celebrando davanti alla Prima sezione penale del Tribunale di Brescia – Bastava nulla per farlo scattare. Era geloso, possessivo e violento. Una volta mi ha svegliato all’improvviso e ha cominciato a colpirmi, quando sono fuggita mi ha rincorso e dopo avere afferrato un coltello me lo ha puntato al ventre minacciando di uccidermi". Le botte sarebbero state solo una parte dell’incubo vissuto dalla 40enne che nel 2012 aveva deciso di lasciare il compagno per poi riprenderlo nella sua vita alla fine di quell’anno quando le sembrava che un serio problema di salute lo avesse cambiato.

"Mi ha costretto a prostituirmi: in casa e una volta pure in strada – ha ricordato la donna tra le lacrime – Una decina gli incontri che mi ha costretto ad avere sempre con suoi amici che pagavano 100, 150 euro. Non potevo ribellarmi se no erano botte. Solo dopo la nascita di nostro figlio non mi ha più messo nelle mani dei suoi amici, ma nel 2015 ci ha riprovato. Questa volta ho preso la forza di scappare e mi sono rivolta ai servizi sociali. Prima di allora non ho mai raccontato questi episodi perché mi vergognavo. Mia figlia (una ragazza avuta da un precedente matrimonio) sapeva tutto e mi ha fatto capire che era arrivato il momento di cambiare vita".

Il processo è stato aggiornato a settembre quando sul banco dei testimoni salirà anche il 50enne. "Quello che è abbiamo sentito è la versione della donna – spiega il legale del 50enne – Una ricostruzione che ha diversi punti poco chiari e arrivata soltanto a tanti anni di distanza da quando le violenze sarebbero successe". La donna nel 2015 ha pure denunciato di essere stata violentata dall’ex compagno. Per questa accusa il gup ha però deciso il non luogo a procedere nei confronti dell’uomo perché la querela è arrivata fuori dai termini.